Piero deglutì. Del resto si era accorto sin da quando era entrato lì per la prima volta, che l’uomo non doveva esser stato lì da solo. E che senso del resto avrebbe avuto, affittare un angolo privè, la sera di San Valentino, per stare poi da solo? Certo di tipi strani è pieno il mondo, ma a quel punto.. E poi sul tavolo imbandito si notavano sei bicchieri, disposti tre da una parte e tre dall’altra, di fronte. Ed in mezzo l’immancabile candela e rosa. Poi due sedie, due tovaglioli, uno dei due sporco di rossetto, dei piatti con tracce di funghi ed una terrina ancora piena di quella che Piero pensava fosse “fonduta al tartufo”. Completava il quadretto una bella bottiglia di Barbaresco, a metà.

La rossa: se ne ricordò in quell’istante. La rossa, quella tale che era uscita poco prima da quell’angolo privè, uscendo dalla sala, anche piuttosto di fretta.

-Veramente io ho visto qualcosa: una tipa, una rossa, uscire poco prima, e anche a passo svelto, da qui, tanto che quasi per premonizione ho sbirciato e ho trovato poi il cadavere.

-“Cherchez la femme”, esclamò Votto. Era questa ora la domanda cui dare una prima risposta: dove si era cacciata la donna, probabile assassina? Piero riflettè che probabilmente l’assassinio si era consumato sotto gli occhi si può dire di tutti, al riparo di un drappo rosso. Certo che ne aveva avuto di sangue freddo: sarebbe potuto entrare chiunque, forse anche il maitre.. E poi bisognava sapere chi fosse quel tale. A questo tuttavia ci aveva già pensato Giumenti, che stava frugando la giacca e perquisendo le tasche dei pantaloni, prima che il magistrato arrivasse: che poi arrivò di lì a poco.

Il dottor Mascarini era ancora più brutto di quanto dicessero le cronache, e da due mesi non era poi cambiato di molto; forse peggiorato. Salutò e chiese le generalità del defunto.

-Francesco Orione di Palliata, 36 anni, celibe. Catena d’oro al panciotto, con un gran bell’orologio da taschino, con cassa in madreperla, acciaio e brillanti. Gemelli d’oro. Portafoglio con otto carte di credito, e circa quattro milioni in contanti, in pezzi da banconote da cinquecentomila lire. Gran bell’uomo, prima di morire. Dicono le cronache che sia un playboy, anzi pardon..che fosse.

Ora Piero mise a fuoco. Sì è vero, lo aveva visto qualche giorno prima in TV alla prima di un nuovo film d’azione, all’Apollo di Torino, assieme a due splendide modelle, di cui una rossa. Possibile che..

-Quando saprete qualcosa di nuovo fatemelo sapere subito. Appena si verrà a sapere comincerà la battaglia dei paparazzi e delle TV.

-Non si preoccupi dottore, cercheremo di fare il meglio; e poi Giumenti quando il magistrato andò via, fece anche una buffa espressione.

-Ma quello lì che vuole, che glielo consegnamo subito l’assassino? Magari..

Fu dato l’ordine di interrogare i presenti, ma si capì subito che sarebbe stata impresa vana: delle otto coppie, cinque erano straniere, giapponesi per giunta; altre due erano anziani innamorati, vecchietti quasi; e poi Piero e Deborah. Nessuno seppe dare una qualche notizia utile alle indagini, tranne che..

-Avrebbero potuto però costruirne qualcuna in più di toilette in questo locale!, disse una.

-Ma..è matta? Qui pure un intero reggimento troverebbe sfogo dopo una notte di bagordi!

Alla fine si seppe che nessuno aveva visto niente. Anzi no, una cosa l’avevano detta tutte le donne: delle due sezioni di toilettes nel bagno femminile, una era stata chiusa per guasto:

-C’era una scritta di avviso; ma pochi minuti fa era scomparsa. Una sola persona aveva visto qualcosa che non si trattasse di toilettes otturate o di bagni chiusi: Deborah aveva visto la rossa allontanarsi verso l’entrata.

-Meno male che non aveva visto nulla la tua bella..

Ma i poliziotti inviati in tutta fretta verso l’entrata ritornarono di lì a poco senza frutti apprezzabili.

-Commissario il portiere addetto al guardaroba, dice che non è uscito nessuno, tanto meno una rossa.

-Beh allora significa che è ancora qui! Cercatela.

-I bagni.. forse è in bagno!, disse Piero. Certo che era passata un’ora: che stava facendo? Se era lì cosa sperava? Che si autorizzassero gli altri presenti ad uscire, per confondersi in mezzo?

-Commissario, guardi qui, c’è una borsetta.

Uno dei due della scientifica porse una piccola borsetta da sera, di pelle nera.

-Era qui, sotto la dormeuse. Forse vi era appoggiata ed è scivolata dietro.

 La aprirono. Un fazzoletto, un portacipria, rossetto, specchietto, due caramelle al mentolo, un pacchetto di sigarette sottili, gsm, un piccolo portamonete con cinquantamila lire e una patente intestata a tale Lucilla Ambrosiani, di professione fotomodella. Era scappata via senza borsetta? E lasciandosi poi dietro tante prove della sua identità. E poi col sangue freddo che aveva dimostrato non aveva provato a riprendersi la borsetta. Non aveva senso. Piero riflettè: c’era qualcosa di stonato, come quella rossa quando l’aveva vista per un attimo, il suo istinto gli aveva suggerito. In quel mentre un nuovo frastuono, grida e un cenno fatto da un poliziotto riportò alla realtà.