-Ma il sabato qui com’è?
-Strapieno.
La serata andò bene, eran tutt’e due un po’ brilli, molto di più Deborah (meglio), quando un urlo risuonò in quell’atmosfera ovattata. Poi uno scalpiccio, dei tavoli smossi, ed un uomo corse via dall’angoletto urlando e dicendo di chiamare la Polizia. Era il maitre che gli aveva consigliato il Dom Perignon, solo che ora era sconvolto. Piero si alzò, rassicurò Deborah, e si avvicinò al drappeggio. Afferrò il maitre per il braccio e gli urlò:
-Cos’è successo?
–Lì,lì..
Balbettava e tremava tutto. Piero lo spinse dentro ed entrò anche lui. Una scena raccapricciante gli si parò davanti: un uomo sulla dormeuse, con i pantaloni semi-abbassati, guardava loro coi suoi occhi strabuzzati ed il colorito cianotico, e la lingua penzoloni, strangolato: si notava il capo di una sottilissima cordicella di quello che parve a prima vista, nylon.
-Chiami la polizia, subito. Dica che avvisino il commissario Giumenti, e dica che Piero Alteri lo aspetta, e che impedirà a chiunque di entrare e sconvolgere l’ambiente.
Mentre quello scappava via, entrò un uomo in giacca e cravatta, molto serio che si presentò come il direttore del locale. Alteri a sua volta si presentò, e disse che avrebbe dovuto subito chiudere le porte per evitare che giungesse altra gente e che altra andasse via prima dell’arrivo della Polizia, e che siccome il Commissario Giumenti era un suo amico, lui, Alteri,“avrebbe fatto in modo che la cosa non venisse oltremodo gonfiata”.
Giumenti si presentò di lì a dieci minuti con quattro poliziotti, mentre due con valigette e macchine fotografiche si apprestavano a fotografare la scena del delitto.
-Toh, guarda, e il tuo amico, che fine ha fatto? Ma che avete un fiuto speciale per i delitti? Da quando anche tu sei ritornato a Torino, noto un certo aumento dei delitti.. Non è che li finanziate, per avere materiale su cui disquisire? Ehi che fai?.. Scherzavo. Non si può nemmeno più scherzare? E poi siamo amici! A proposito sei solo?
–Grygor è in vacanza, in Francia, a Lione. Probabilmente a quest’ora starà assistendo ad un concerto di Aznavour, il suo idolo.
–Mentre tu preferisci la Musica Classica.
-Anche la buona musica jazz.
-Per questo sei venuto qui? Me ne avevano parlato come un bel posto, ovattato, con bella musica di sottofondo, ma non avrei mai pensato che qualcuno fosse morto, e per di più a San Valentino..
–..E per di più strangolato. Sai, ho dato un’occhiatina..Mi fai un piacere? C’è quella mia amica, lì seduta ad un tavolo, che non si è ancora accorta di nulla..
-Carina,molto carina. Già, tu non ti sprechi con quelle normali. E allora, che vuoi?
–Ecco, se è possibile non interrogarla, tanto non sa nulla. Mi faresti un piacere.E’ impressionabile di natura.
-E non sarebbe meglio? Poi ci penseresti tu a consolarla..Vabbè. Però qualche domandina gliela faccio lo stesso: lo sai, il dovere. Non posso non farlo. Facciamo così: io vengo al tavolo, mentre tu ti sei già seduto con lei, e pongo qualche domandina, tanto per vedere se si è accorta di qualcosa oppure non ha visto niente. Intanto vediamo un po’ qui.
E così facendo scostarono il drappo rosso ed entrarono nell’angolo riservato: il cadavere giaceva come lo aveva lasciato Piero. Se non avesse avuto i pantaloni slacciati e semi-abbassati, si sarebbe potuto pensare che stesse dormendo. Ma chi dorme poi con i pantaloni abbassati in un ristorante? La testa era reclinata verso la spalliera della dormeuse; scostandola, Giumenti fece un moto di ribrezzo e la mascella gli si indurì.
-Dio mio! Poveraccio..lo hanno strangolato. E con quale forza! Vedi: non si nota il filo di Nylon, se non si discostano le pieghe della pelle. E’ tanto stato stretto al collo, che è penetrato nella cute.
Sì, anche Piero lo aveva notato quando lo aveva scoperto quindici minuti prima.
-Ah, ecco il dottor Votto.
Entrò un tale con una valigetta di cuoio, da medico. Era imponente, con due bei baffi biondi assurgici. Se non fosse stato lì davanti a lui, Piero avrebbe pensato di stare a guardare un quadro dell’inizio secolo. Anche il volto, rubizzo, tradiva un’origine austriaca della sua famiglia.
-Buonasera, Commissario. Oh là là, c’è anche Piero. Come si va? Non speravo di incontrarvi di nuovo entrambi, dopo il caso del violino. Che c’è stavolta? Poffarbacco, un bel morto ammazzato. Finalmente niente camere chiuse! Almeno si spera..
Si chinò sul cadavere e cominciò ad ispezionarlo. Lo fece spogliare sommariamente, guardò la schiena, abbassò delicatamente i boxer e toccò, con le mani protette da guanti di lattice, i genitali del morto. Poi si alzò, e, togliendosi i guanti, si rivolse ai due, mentre gli agenti della Scientifica fotografavano e rilevavano eventuali impronte.
-Strangolato. Ora presumibile della morte: dieci-venti minuti fa, più o meno. Non ha avuto alcun rapporto sessuale.
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