Con l'augurio di un sereno Natale e un felice anno nuovo vi lasciamo alla lettura di parte dei un capitolo di Cugini maledetti, il più recente romanzo edito della collana Odissea Mystery e scritto da Toni L.P. Kelner. Abbiamo scelto questo passggio perché la Kelner, oltre a crivere a quattro mani con Charline Harris, in questo libro mttein mostra tutta la sua bravura nel descrivere il mondo dei fan. Alla fine unpo' tutti noi siamo dei fn, chi di Sherlock Holmes, chi magri del Tenente Colombo o persino di Star Trek. Siamo quindi sicuri che questo passaggio possa piacervi. Va detto che la giornalista Tilda, sta indagando sulla scomparsa di uno dei personaggi di una Sitcom degli anni passati, "Kissing Cousins", visto che già altri attori della stessa serie sono sono morti in circostanza sospette. el pezz che segue, lagiornalita, di ritorno dal funerale di uno di questi personaggi giunge a casa di un super-fan che ha organizzato un incontro tra appassionati nel ricordo del personaggio tv appena scomparso... Buona lettura. Noi torneremo al più presto!
Capitolo 6
Tilda provò a lisciare qualche piega della gonna mentre scendeva dall’auto davanti a casa di Vincent a Cambridge, e avrebbe tanto desiderato che le sue scarpe oltre che intonate fossero anche comode. Nel camminare lungo il marciapiedi verso la casa che Vincent aveva ereditato dai genitori, si domandò se non avesse sbagliato l’ora. Vincent le aveva detto che ci sarebbero state un centinaio di persone, ma c’erano soltanto quattro macchine parcheggiate nei pressi, e una era quella di Vincent, come si poteva evincere dalla targa FANBOY. Vero, qualcuno poteva essersi fatto accompagnare, aver preso un taxi o l’autobus, ma nonostante questo, si aspettava la presenza di un numero maggiore di automobili.
Suonò il campanello e sorrise come le capitava ogni volta nel riconoscere il tema musicale di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Vincent aprì la porta, vestito sobriamente con jeans neri e maglietta nera Kissing Cousins. Certo, lui quasi sempre vestiva di scuro, quindi non era poi un gran sacrificio.
Gran parte dei fan ossessivi che Tilda aveva incontrato erano o sovrappeso o scheletrici; Vincent invece era insolitamente normale: corporatura media, capelli castano chiari, naso comune, occhi castani, carnagione caucasica. Era soltanto un po’ pallido, ma la cosa era facilmente spiegabile sia con il fatto di vivere nel Massachussets che per il suo lavoro di esperto informatico.
- Tilda – disse, allargando le braccia. – Sono così contenta che tu ce l’abbia fatta a venire.
Sebbene non fossero mai stati tanto amici da scambiarsi abbracci, Tilda stavolta glielo concesse date le circostanze: almeno era un vero abbraccio, e non un semplice bacio all’aria intorno alle guance.
- Spero di non essere in anticipo – gli disse.
- Affatto, sei arrivata proprio in tempo.
Le fece strada lungo il corridoio fino all’ampio salotto arredato con ricordi presi da film o da serie televisive. Vincent non aveva mai provato la necessità di limitarsi a un tipo di passione: quindi nella stanza non era rappresentato degnamente soltanto Kissing Cousins, ma c’erano poster di Star Trek, Buffy, La famiglia Addams, Highlander e vari altri. Una parete era piena di scaffali di libri, cassette e DVD, mentre un’altra aveva abbastanza apparecchiature video da riempire il dipartimento audiovisivo di un liceo. La terza parete era piena di computer, stampanti, scanner, modem e altri aggeggi elettronici che Tilda non fu in grado di riconoscere. L’ultima aveva soprattutto poster. Le finestre, tra cui una molto ampia, erano attentamente coperte dalle tende per essere sicuro che il mondo esterno non potesse entrare di soppiatto in quello personale di Vincent.
Nella stanza c’erano altre due persone, sedute nel cerchio di poltrone e divani che circondava il tavolino da caffè al centro.
- Già conosci Rhonda e Javier – disse Vincent.
Tilda li salutò con un cenno del capo: li aveva già incontrati attraverso di lui.
Rhonda si adeguava meglio allo stereotipo della fan di quanto non facesse Vincent: era un bell’esemplare di fan anoressica. Bassa, minuta in ogni senso, se non per la testa, innaturalmente grande per quel collo sottile. Gli occhi azzuri e acquosi sembravano più grandi di quanto non fossero per gli occhiali da gufo che portava. Dagli incontri precedenti, Tilda sapeva che Rhonda non era una semplice fan, ma una collezionista. Il suo archivio di memorabilia di Kissing Cousins era il più completo che avesse mai visto o sentito dire.
Javier era quello che Tilda non considerava un fan puro. Come Vincent, sguazzava in molti rami del fandom, ma la sua vera passione erano gli spoiler. Non gli bastava guardare uno show per scoprire cosa stava per accadere; doveva tirar fuori e leggere sceneggiature pirata per scoprire quello che sarebbe avvenuto prima che il resto del mondo lo sapesse. Aveva anche una pagina web (thespoilerroom.com) dove condivideva la sua conoscenza illecita con altri appassionati del suo stampo. A Tilda era sempre sembrato viscido, anche se, obiettivamente, aveva un bell’aspetto, con la pelle olivastra, gli occhi dalle lunghe ciglia e le labbra piene.
Tilda si guardò ancora in giro, in cerca delle altre persone che Vincent aveva detto ci sarebbero state. – Dove sono tutti quanti?
- Sono qui nello spirito – rispose felice Vincent. – Ho sistemato la chat room e possiamo collegarci non appena sei pronta.
- Aspettavamo solo te – aggiunse Rhonda.
- Vincent, vorresti dire che i cento e più fan che dovevano venire sono solo online? – chiese Tilda, sforzandosi di non lasciar trapelare l’irritazione che iniziava a provare.
- Be’, sì – disse. – Pensavi che avrei potuto far entrare cento persone qui dentro?
- Non l’avevi fatto intendere così chiaramente quando mi hai invitata.
- Oh, mi spiace, Tilda. Resti, vero?
Per quanto provasse la tentazione di mandarlo al diavolo, Vincent era uno dei suoi migliori contatti con il fandom e anche per le notizie in rete. E poi, sembrava così deluso: - Certo che resto. Avrei semplicemente preferito capirlo prima; mi sarei portato un ricambio.
- Coraggio, togliti pure tutto quello che vuoi – disse Javier con un’occhiata maliziosa.
Tilda lo ignorò – L’unica cosa è che non mi sono portata il laptop.
- Non fa nulla – la rassicurò Vincent. – Ho preparato una postazione per ognuno di noi. Facciamo ancora in tempo a mangiare un po’ di pizza prima di iniziare la commemorazione.
Qualche minuto dopo, mentre masticava un pezzetto di pizza ai peperoni accompagnata da un bicchiere pieno di Dr Pepper, Tilda si convinse che la cosa non era poi così male. Certo, aveva dovuto abbandonare l’idea di una foto strappalacrime di fan in lutto, ma poteva comunque sfruttare la commemorazione funebre per l’interesse umano, e il fatto che alcuni appassionati si collegavano dall’Australia o dal Regno Unito avrebbe aggiunto un gusto internazionale. Inoltre, Vincent poteva inoltrarle via email la trascrizione dell’intera serata, così non aveva neppure bisogno di prendere appunti. Che male c’era?
Dopo un’ora, Tilda non desiderava altro che iniziare un solitario di carte o un campo minato sul computer, pur di restare sveglia. La chat era iniziata in modo abbastanza promettente. Vincent, come moderatore, presentò quelli che c’erano di persona e si collegarono anche più del centinaio di fan che ci si aspettava, con nomi utente del tipo “Cousin_Kisser,” “Damon_4_Ever,” e “Sitcom_Fan.”. Poi Tilda inserì un breve riassunto del funerale (persone presenti, cosa era stato detto e cantato, e così via). Alcune delle domande postate come risposta le ricordarono parecchio la zia Tess, che non amava niente quanto criticare i funerali. In tutto ci volle meno di mezz’ora.
Poi Vincent aprì la chat per la gente che voleva esprimere un ricordo di Sherri/Holly, o anche di uno degli altri due cugini defunti, Brad/Jim e Damon/Alex. Fu allora che gli occhi di Tilda iniziarono a chiudersi.
Non dipendeva dal fatto che i fan non avessero giustificazione per il loro dispiacere, e i loro ricordi fossero chiaramente importanti per loro, ma dal fatto che pochissimi erano in grado di scrivere dignitosamente, o almeno in modo corretto; Tilda odiava visceralmente il linguaggio delle chat, quella forma di codice bastardizzato che alcune persone insistevano per utilizzare quando erano online. Ancor peggio, mentre il primo racconto sul significato che lo show aveva rappresentato per la vita di uno dei fan era stato toccante, dal secondo in poi erano stati tutti simili, ovvero particolarmente noiosi. A dire il vero, il tizio che giurava che le sceneggiature del telefilm erano scritte in un codice che rivelava come gli attori fossero in realtà degli alieni, e che quelli defunti avessero finto la loro dipartita in modo da potersene tornare sul loro pianeta natio, era alquanto divertente, ma Vincent lo eliminò senza troppi complimenti.
Non le fu neppure d’aiuto la consapevolezza che, se avesse postato i propri sentimenti, non si sarebbe scostata di molto dagli altri; forse li avrebbe scritto ed espressi in modo migliore, nient’altro. Una parte di lei voleva scrivere in maiuscolo che lo show era SUO! Un’altra parte voleva scrivere in maiuscolo come quella gente avesse bisogno di FARSI UNA VITA. Una terza parta voleva semplicemente andare a casa a dormire. Bevve ancora della cola, sperando che la caffeina le consentisse di andare avanti.
Alla fine, fu Vincent stesso ad averne abbastanza e, dopo aver promesso alla gente ancora in attesa che avrebbe potuto postare la propria storia sul listserv, disse che era giunta ora di introdurre un nuovo argomento. Tilda si tirò su dalla sedia dove era sprofondata. Non sapeva di cosa intendesse parlare, ma qualsiasi cosa fosse, sarebbe stata più interessante di tutti i saggi su “Cosa ha significato per me Kissing Cousins”.
Vincent scrisse con la tastiera:
< Vincent_il_Moderatore> Come tutti sapete, Brad/Jim, Damon/Alex e Sherri/Holly sono morti in circostanze sospette. E’ mia convinzione, e alcuni concordano con me, che un assassino abbia preso di mira il cast di Kissing Cousins e che la prossima nella lista sia Mercy (andate a visitare il mio sito web per i particolari). Visto che ha accelerato la scaletta dei delitti, potrebbe essere candidata a morire entro due settimane. Tilda Harper, la nostra reporter investigativa di professione, non è stata capace di trovarla, quindi chiedo a tutti voi di aiutarci. Sono certo che qualcuno fra voi abbia una qualche idea di come trovare Mercy per avvisarla del pericolo e proteggerla. Qualsiasi idea, per quanto folle, può esserci d’aiuto.
Tilda sussultò. Per quanto le piacesse la definizione di “reporter investigativa di professione”, non lo era di certo e non era affatto sicura di aver bisogno delle idee svitate di un mucchio di appassionati. Anche i fan sembrarono colti di sorpresa dalla richiesta e passarono due minuti prima dell’arrivo della prima risposta.
<Damon_Luvr> Può sembrare ovvio, ma avete controllato gli elenchi telefonici nazionali? Paginegialle.com?
<TildaHarper> Ovvio, forse, ma non da ignorare. L’ho fatto.
<Back2theLab> Hai chiesto agli altri membri del cast?
<TildaHarper> Sì, compreso Gabrielle e Gwendolyn Roman, che interpretavano le gemelle.
<Cousin_Fan> L’agente di Mercy? Il produttore dello show? Il sindacato degli attori?
<TildaHarper> Sì, sì, e Mercy non ne faceva parte.
Continuarono a fioccare suggerimenti, alcuni banali, altri intelligenti, tutte idee comunque che Tilda aveva già avuto. Poi arrivò un messaggio che la sorprese.
<Have_Mercy> Hai chiesto al suo amante? Scusa, AMANTI. Tutti sanno che andava a letto con mezza Los Angeles.
Nel corso delle ricerche sull’attrice, Tilda non aveva sentito nulla del genere su Mercy, anzi nessuna delle sue fonti aveva mai riferito di una seria relazione dell’attrice con qualche boyfriend.
Vincent sbottò: - Stronzate, adesso escludo questo bastardo.
- No, aspetta – intervenne Tilda. – Voglio vedere cosa ha da dire.
<TildaHarper> Non ho mai saputo che Mercy passasse da un letto all’altro. Dove hai avuto queste informazioni?
<Have_Mercy> Era noto a tutti durante il periodo in cui andava in onda il telefilm.
<TildaHarper> Lavori nel settore? O ci lavoravi all’epoca?
<Have_Mercy> Non proprio, ma conosco gente che ci lavorava.
<TildaHarper> Puoi farmi dei nomi? Forse condividere qualcuna delle tue fonti? Gente che ci è andata a letto o che conosce chi lo ha fatto?
Seguì una lunga pausa e Vincent borbottò: - Mente. Si è inventato tutto e non vuole ammetterlo.
- Diamogli un altro minuto – disse Tilda. Non che gli credesse necessariamente, ma era la prima idea nuova sortita fuori in tutta la serata.
Alla fine rispose.
<Have_Mercy> Scommetto che è andata a letto con le altre stelle dello show.
<TildaHarper> Difficile da provare adesso. Brad/Jim e Damon/Alex sono morti ed Elbert/Noel è gay. Qualcun altro?
<Have_Mercy> E il produttore? Deve aver avuto qualche motivo per inserirla nel cast.
Vincent non riuscì a trattenersi più a lungo.
<Vincent_the_Moderator> L’ha scritturata per il suo incredibile talento, testa di cavolo! Lei HA FATTO lo show!
<Have_Mercy> Se era così in gamba, come mai non ha più lavorato dopo?
<TildaHarper> E’ quello che sto provando a scoprire. Hai qualcosa di concreto o le tue idee sono appese nel vuoto?
<Have_Mercy> Era una puttana!
Tilda disse: - Escludilo. E’ qui solo per rompere le scatole agli altri – Non aveva mai capito gente del genere, strambi che si divertono a postare i messaggi più assurdi solo per punzecchiare il resto degli utenti di una lista. Era l’equivalente online di un bambino che infila un bastone in un nido di formiche.
Sfortunatamente, anche se Vincent non permise a nessun altro dei messaggi di Have_Mercy di finire sulla lista, il tipo aveva talmente irritato i fan che il resto della chat fu soltanto una sequela infinita di insulti contro di lui. Se qualcuno di loro poteva avere qualche buon suggerimento per Tilda, se ne dimenticò travolta nell’esplosione della propria ira.
Dopo mezz’ora di indignazione, Tilda disse: - Vincent, penso che la cosa abbia fatto il suo corso, non credi?
Lui annuì e postò il messaggio di chiusura
<Vincent_il_Moderatore> A dispetto di CERTA gente, penso che la cosa sia stata salutare per LA MAGGIOR PARTE di noi. Vorrei che tutti condividessimo un minuto di silenzio in onore dei Cugini Caduti.
Chinò realmente la testa sopra la tastiera prima di proseguire. Tilda, Rhonda e Javier ne approfittarono per bere un altro sorso della propria bibita.
<Vincent_il_Moderatore> Se qualcuno ha ancora qualche altra idea per Tilda, credibile, non delirante, la posti sul listserv. Buonanotte a tutti.
Dopo aver inserito in rete alcuni dei messaggi di saluto arrivati e aver risposto in privato a parecchie richieste per la testa di Have_Mercy su un piatto di argento, Vincent chiuse la chat e si stirò sulla sedia, seguito da tutti gli altri presenti.
Tilda disse: Strano, non mi sembrava di averti chiesto di sollecitare suggerimenti sulla lista.
- Ho pensato che qualcuno potesse avere qualche idea valida.
- Possibile, ma non ho il tempo di vagliare la spazzatura nella speranza di trovare qualcosa di utile.
- Farò io lo screening – promise, - e ti passerò solo le cose che potrebbero aiutarti.
- Va bene – rispose un po’ brusca. Non le piaceva il sottinteso che lei potesse aver bisogno di aiuto da un fan qualsiasi, specialmente quando forse era proprio così.
- Fammi sapere se Have_Mercy prosegue – disse Javier con uno sgradevole luccichio negli occhi. – Mi domando se possa esserci qualche prova fotografica di Mercy che fa porcherie con Brad e Damon.
Rhonda gli lanciò contro una lattina vuota. – Non crederai a quel tipo, vero? Può darsi sia lui la persona che continua a tentare di postare sulla lista brani di narrativa erotica sugli accoppiamenti fra Cugini. Mercy scopa Brad, Sherry scopa Damon, tutte e due le ragazze che si fanno Damon, Sherry che si fa Mercy… quante possibili combinazioni esistono, poi?
- Dipende da quanti personaggi coinvolgi nello scenario e chi metti nel novero dei candidati – rispose Javier pensieroso. – I sei cugini e il nonno, senz’altro; poi, volendo ci sono le gemelline.
- E lo squalo che hanno saltato per entrare nello show – non poté esimirsi dall’aggiungere Tilda.
Javier sembrò valutare sul serio la possibilità, dimostrando tutta la propria depravazione. – Se partiamo dall’assunto di non inserire più di tre personaggi alla volta, le combinazioni possibili sarebbero…
- Un genio della matematica pervertito – commentò Rhonda, mentre andava a cercare gli avanzi della pizza. – Che uomo!
Javier fece spallucce: - L’hai chiesto te.
- Era una domanda retorica! – gridò Rhonda dalla cucina.
Tilda la seguì per una nuova infusione di caffeina.
- Come va il lavoro? – domandò Rhonda.
- Non male – rispose Tilda, sforzandosi di ricordare cosa facesse la donna. – Tu?
- Sono ancora in cerco di impiego. Cavolo, il mercato è così povero di offerte! Sono andata perfino a fare colloqui fuori dallo stato, per tutto il New England, il Triangolo della Ricerca nel North Carolina, la Silicon Valley… nulla.
Okay, quello significa probabilmente il settore informatico. – Brutta cosa. Mi spiace ma non conosco nessuno da poter sentire per darti una mano.
- Grazie, lo apprezzo molto – Sospirò. – Dovrò trovare qualcosa in fretta, o sarò costretta a tornare dai miei.
Le due donne rabbrividirono a quell’eventualità e tornarono in salotto, dove Javier stava usando la calcolatrice.
- Nell’equazione devo comprendere anche i genitori dei cugini? – domandò.
Per un istante, Tilda considerò seriamente la possibilità di trovare spazio nell’articolo per una discussione sulla fiction erotica legata a Kissing Cousins, cosa che le fece comprendere quanto fosse stanca. – Vincent – disse, - è stato molto bello, ma devo andar via.
- Grazie per essere venuta – disse Vincent. – In occasioni come questa significa molto avere degli amici.
Allargò di nuovo le braccia per un abbraccio e ancora una volta lei lo consentì. Era così dannatamente sincero. Ma quando fu la volta di Javier di allargare le braccia, lei volutamente si girò per rimettersi le scarpe. Non le importava un cazzo se era sincero o meno, era comunque Javier, che aveva provato a darle una toccatina ogni volta che si erano visti.
Quando disse che anche lui se ne stava andando e l’avrebbe accompagnata alla macchina, il primo pensiero di Tilda fu che ci stesse provando di nuovo, ma l’uomo aveva in mente un’altra passione.
- Dunque, parlano sul serio di una reunion di Kissing Cousins? – disse mentre si avviavano alle rispettive automobili.
- Se ne parla da anni, lo sai.
- Già, ma stavolta sembra che la cosa vada oltre le semplici voci. Si è parlato di qualche sceneggiatura? Sarebbe una ganzata poter postare qualcosa sul mio sito.
- Nessuno ha mai parlato di possibili sceneggiature in corso.
- Pensi di poterlo controllare? Farmi avere una copia? Anche una prima stesura sarebbe uno spoiler da urlo.
- Javier, che senso hanno gli spoiler, in fondo? Perché non aspetti di avere il prodotto finito?
- Qualsiasi sfigato può vederlo quando viene prodotto… io voglio saperlo prima.
- Perché?
- Per essere il primo a saperlo.
Non era granché come risposta, ma era pronta a scommettere che non ne aveva una migliore. – Scommetto che tu sbirci i tuoi regali prima della mattina di Natale.
- Sbirciare, bah – disse Javier. – Prima della mattina di Natale li ho già aperti, riportati al negozio e scambiati con qualcosa che mi interessa davvero.
- Se fossi Babbo Natale, metterei del carbone nelle tue calze.
- Se tu fossi Babbo Natale, e io postassi una tua foto sul mio sito, sarei il padrone dell’intero Natale!
Tilda non si curò di aggiungere altro, non aveva senso.
- Dunque, che mi dici? – insisté. – Puoi farmi avere qualcosa? Ti ricompenserei per il disturbo.
- Non potresti pagarmi abbastanza da farmi mettere in gioco la reputazione dandoti una cosa del genere.
- Suvvia, Tilda, nessuno verrebbe mai a sapere che sei stata tu.
- E’ quello che dissero a Max Levine.
- E chi è?
- Un promettente reporter del mondo dello spettacolo prima che lo scoprissero mentre rivelava il nome del vincitore di un reality show di seconda fascia. Ora lavora in un autolavaggio. Non lesina i particolari, se ti serve.
Javier provò a ingraziarsela con un sorriso: - Scommetto che non era certo abile quanto te.
- Vero – ammise Tilda, - dato che io non sono tanto stupida da rivelare nessun spoiler.
Senza lasciargli tempo di aggiungere altro, risalì in macchina e partì. Si chiese, pigramente, quanto tempo avrebbe sprecato Javier per trovare Max Levine, e sperò almeno parecchie ore. Max in realtà era suo amico, ma per quanto sapeva non aveva mai fatto né il reporter né l’addetto di un autolavaggio. Max non era neppure il suo vero nome.
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