Questa volta sono stato colpito dalla seconda di copertina (anche le seconde di copertina fanno brutti scherzi…) “Sono sei e sono i migliori esperti d’arte in circolazione. Si fanno chiamare il Gruppo degli scacchi e di professione falsificano e rubano opere di immenso valore per rivenderle al miglior offerente. Ci sono la Torre, l’Alfiere, la Donna, il Cavallo e ognuno ha un ruolo diverso, proprio come le pedine del gioco: e poi c’è il Pedone, alias Ana Marìa: ladra infallibile e proprietaria di un negozio d’antiquariato ad Avila. E tutti rispondono a un grande e misterioso capo: il Re, imperscrutabile fondatore del Gruppo”.

Chi mi conosce sa già la ragione del mio interessamento: gli scacchi. E dunque ho preso La camera d’ambra di Matilde Asensi, Rizzoli 2009, senza farla tanto lunga.

In prima persona parla Pedone Ana Marìa di trentatre anni, nubile e senza genitori. Le è rimasta zia Juana, cinquantasette anni, redentorista dell’Ordine di San Filippo Neri, “rigida come un sergente” e la vecchia Ezequiela che lavora per la sua famiglia dall’età di dodici anni a “romperle” un po’ la vita (i soliti fastidiosi consigli degli anziani).

In breve: bisogna recuperare un dipinto del pittore russo Ilja Krylov, ordinato da un collezionista, che si trova nel castello di Kunst, sulle rive del lago di Costanza in Germania. Colpo riuscito, solo che all’interno del quadro viene fuori un’altra tela di tale Erich Koch che rappresenta Geremia nel momento in cui il profeta viene estratto da una cisterna con le corde. Se insieme ad esso si scopre anche un messaggio cifrato allora l’affare si complica. Ancor più quando dalla sua decifrazione viene fuori la famosa camera d’ambra costruita con “cinquantacinque metri quadrati di pannelli di ambra semitrasparente del Baltico” durante il regno di Federico I di Prussica e poi sparita. Occorre ritrovarla…

E dunque soprattutto le vicende della nostra Ana con José (Cavallo) e sua figlia Amalia. Ricerca e amore allo stesso tempo con colpo finale a sorpresa che proprio sorpresa non è per chi è un po’ esperto di letture similari.

Racconto senza presa, fiacco e banale con rimandi storici al periodo del nazismo, quasi una sceneggiatura da film, tra l’altro visto e rivisto.

Alla fine della lettura, tenuto conto della statura dell’autrice, mi è uscito di bocca questo lapidario commento “Mah…”.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it