Dopo molti decenni, torna ora disponibile un romanzo da cui fu tratto un film che piacque molto agli spettatori di quei lontani anni 1969. Il romanzo è Il commissario Pepe scritto da Ugo Facco De Lagarda, fu pubblicato nel 1965 da Neri Pozza.
Gli avvenimenti narrati nel romanzo si svolgono nel 1964 e iniziano quando sul tavolo del commissario Gennaro Pepe, a dispetto del nome settentrionalissimo commissario di una
settentrionalissima città del nord est, viene depositata la bomba: due fascicoloni con su scritto «Villa Norma» e «Piazza Cavour 113». In questura, provvedimenti urgenti attendono di essere controfirmati e deliberati, precisamente sette mandati di cattura, undici di perquisizione, trentadue ordini di comparizione. Un vero terremoto, tale da cambiare i connotati della città e mettere a grave repentaglio il già sospettabile nome di almeno cinquanta famiglie. Innanzi tutto le famiglie dei più str etti collaboratori del commissario Pepe, visto che la figlia primogenita del maresciallo e la cognata del vicecommissario sono coinvolte in un giro di prostituzione che ha tra i suoi primi attori industriali noti e stimati in città, contesse trasformatesi in tenutarie, minorenni che esercitano in appartamenti di lusso del centro. Vedovo ormai sessantenne, custode dell'ordine pubblico e dell'«olimpica serenità» del capoluogo, Pepe ha sempre vissuto « un'esistenza senza scosse o patemi» di osservatore e accanito lettore di provincia. Significativamente, l'ultimo titolo della sua biblioteca è La peste di Camus. Farebbe volentieri a meno di quell'«inchiesta malaugurata», che minaccia il clima d'idillio di una città in cui cinque miliardari e il vescovo si contendono il potere tra sorrisi, dispettucci e avvertimenti indecifrabili per la gente comune. Saranno le letture o l'abitudine al vizio propria dell'uomo di legge, tuttavia Pepe sa già che in quei fascicoli è nascosta una vera e propria malattia sociale capace di estendere il suo contagio a macchia d'olio. Ragazze e donne «perbene» che si danno alla prostituzione e non per bisogno di denaro, ma per la brama incontenibile «di esperienze e di sfoghi».
L’autore:
Ugo Facco De Lagarda nacque a Venezia nel 1896 e mori nel 1982. Direttore di banca, studioso di storia e di economia, poeta e romanziere, autore di elzeviri e collaboratore di riviste come «Il Mondo» e «Il Ponte», scrisse numerose opere tra le quali, oltre al Commissario Pepe, va ricordata La grande Olga.
Nel 1997 l'Ateneo Veneto, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana e con il Comune di Venezia, gli ha dedicato un grande convegno curato da Alessandro Scarsella.
La quarta:
Torna finalmente in libreria uno dei libri-culto del giallo all'italiana. Il romanzo che ne ha anticipato temi e figure: l'ambientazione di provincia, il personaggio del commissario distaccato e un po' filosofo, il falso perbenismo dietro cui si celano i vizi più torbidi.
Nel 1969 Ettore Scola ne trasse un celebre film con una magistrale interpretazione di Ugo Tognazzi nei panni del commissario e con Silvia Dionisio nel ruolo della sua ambigua fidanzata.
Un romanzo trasgressivo» in cui «la figura, sacra alla tradizione giallistica, della compagna dell'investigatore, ne travolge il carisma... Signorina gozzaniana e inopinata vestale del porno... Matilde è un personaggio inedito e forse tra i più scandalosi nella galleria femminile del Novecento.
Il commissario Pepe di Ugo Facco De Lagarda (1965)
Neri Pozza Editore/Giano, collana NeroGiano, pagg. 127, euro 14,00
ISBN 978-88-6251-066-0
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