Laura di Vera Kaspary, Polillo 2009.
“Laura Hunt è una donna bellissima. Giovane, elegante, ambiziosa: è impossibile non innamorarsi di lei. Ma Laura è morta, uccisa nella sua casa di New York da un colpo d’arma da fuoco sparato da distanza ravvicinata. Chi poteva odiare a tal punto una donna che sembrava non avesse un nemico al mondo? Incaricato delle indagini è il tenente di polizia Mark McPherson…”
E vediamolo questo tenente. Alto e magro, “mani lunghe e nervose, il viso scarno, lo sguardo attento”, naso aggressivo, spalle alte, camminata rigida dovuta ad una tibia d’argento. Freddo e un po’ rude, fuma la pipa, beve whisky senza troppi problemi. Per lui è importante l’osservazione, soprattutto delle facce. Osserva ma non giudica. Visto da un amico di Laura “Disprezza il lusso, però ne è affascinato; lo infastidisce la vista della mia collezione di vetri e porcellane, del mio divano Biedermeier, della mia libreria, ma invidia una cultura che consente il gusto del superfluo”. Ha avuto parecchie donne ma non si è mai innamorato. Fino a quando non si occupa di questo caso…
A raccontare la storia Waldo Lydecker l’amico citato di Laura, Mark McPherson il tenente, Shelby il fidanzato e Laura stessa. Dopo un inizio gradevole e interessante la storia prende una piega meno plausibile anche se il risultato rimane dignitoso.
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