Il ritratto Bellini di Jason Goodwin, Einaudi Stile Libero 2009.
Dalla quarta di copertina “1840. Un ritratto simbolo dell’antica grandezza ottomana, scomparso da Istanbul quattro secoli fa, riappare misteriosamente a Venezia. Il sultano lo vuole. E Yashim, in missione nella agonizzante ex Serenissima, scopre che il dipinto leggendario semina morte, suscita timori, dissolve ricchezze favolose. E la ricerca dell’eunuco detective si trasforma in un oscuro gioco del gatto col topo, che minaccia di distruggere più di un trono d’Europa”.
Yashim Togalu già incontrato ne ;L’albero dei giannizzeri della stessa casa editrice: “Era un uomo alto e robusto sulla quarantina, con una gran massa di boccoli neri e qualche filo bianco; niente barba, ma baffi neri ricciuti. Aveva gli zigomi alti da turco e grigi occhi a mandorla di un popolo che viveva millenni sulla grande steppa eurasiatica”. Possiede parecchie doti “fascino innato, disposizione per le lingue, e la capacità di sgranare quei suoi occhi grigi all’improvviso. Gli uomini e le donne rimanevano stranamente ipnotizzati dalla sua voce, prima ancora di capire chi stesse parlando. Però non aveva le palle”.
Ergo è un eunuco. Suo amico Y. Stanislaw Palewski, ambasciatore di Polonia (un paese smembrato da Austria, Prussica e Russia) presso la Sublime Porta che lo aiuta nell’impresa di recuperare il quadro, viaggiando in incognito come mercante d’arte americano. Grande affresco di Venezia sotto il tallone austriaco, il ghetto degli ebrei, i barnabotti nobili decaduti, incontri e scontri, morti assassinati, una testa trovata sull’altare di una chiesa, quadri veri e contraffatti, le Vite del Vasari e poi Antonio Ruggerio, il commissario Brunelli sotto il comando dell’austriaco Finkel, un croato che dipinge da favola, la contessa Carla d’Aspi d’Istria (citati perfino i fratelli Bandiera), il conte Barbieri e altro ancora.
A pag. 59 la sorpresa delle sorprese. Invece del 37° capitolo si ripete dal 15° fino al 36°, dopodiché si salta al 64°. Un giallo nel giallo (capitatomi anche con un libro della Polillo). Andiamo avanti lo stesso che la cosa si fa più interessante, mi sono detto (prendiamola così). E dunque uno strano mendicante (mi ricorda un racconto di Sherloch Holmes), lotta e inseguimento (da favola) con un tartaro e altre peripezie tra cipolle rosse, fegato d’agnello, aglio e semi di cumino, aneto e prezzemolo, ceci, semi di nigella, bistecche di pesce spada e prelibatezze varie (per chi le ritiene tali) cucinate con arte superba dal nostro Yashim.
Prosa naturale che sgorga spontanea. Da scrittore vero. Politica, arte e giallo avvinti come l’edera.
Ottimo anche senza la parte mancante. Figuriamoci integro.
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