Oggi, 14 luglio, la blogosfera italiana si è mobilitata per far sentire la sua voce contro il decreto Alfano. SherlockMagazine - e insieme a SherlockMagazine anche gli altri siti della nostra rete, Fantascienza.com, FantasyMagazine, HorrorMagazine e ThrillerMagazine, non per direttiva imposta dall'alto ma per libera scelta dei rispettivi curatori in accordo col direttore responsabile - aderiscono a questa iniziativa.
I nostri siti non sono blog nel vero senso della parola. Sono testate giornalistiche registrate in tribunale, pubblicate da un editore e con un direttore responsabile. Tuttavia è indubbio che nascono e prosperano nella rete, e forse non sono blog solo perché la rete è nata prima che si diffondesse il concetto di blog. Ma con i blog condividono l'apertura ai commenti, i canali di condivisione, la filosofia. E indubbiamente con il mondo dei blog non possiamo non sentirci solidali.
Il punto della questione è la legge Alfano sulle intercettazioni, che introduce alcune novità che impattano in modo molto grave sulla libertà di stampa. La più nota, perché ne hanno parlato ampiamente giornali e telegiornali, riguarda la possibilità di incriminazione di giornalisti che pubblichino intercettazioni. La stampa aveva proclamato uno sciopero contro questa norma, sciopero che - attenzione
- non difende i diritti corporativi dei giornalisti, ma difende il semplice principio della libertà di stampa, che è una ricchezza comune di tutti i cittadini. In seguito al rinvio della discussione della legge lo sciopero è stato rinviato.
L'altra novità è il famigerato obbligo di rettifica, secondo i quali a un blogger può essere chiesta la rettifica di un'affermazione, pubblicata con pari dignità entro 48 ore, pena la possibilità di incorrere in multe fino a 12000 euro. Contro questo provvedimento è stato promossa tra gli altri dal giornalista dell'Espresso Alessandro Gilioli la giornata di mobilitazione dei blog che resta valida e a cui aderiamo.
In due parole, la legge Alfano stabilisce che chiunque si senta in qualche modo danneggiato da un post in rete, da un commento, da un video, o qualsiasi altra cosa, può chiedere la pubblicazione di una rettifica entro quarantottore. Se questo non avviene, se il blogger è andato in vacanza o è rimasto senza connessione per due giorni, si incorre nella salata sanzione pecuniaria.
Una legge simile esiste da tempo - sessant'anni - per la carta stampata. Ma è chiaro che la situazione è diversa: se un quotidiano pubblica qualcosa che va smentito ha tutte le risorse per verificare l'eventuale errore o opporsi alla richiesta di smentita. La legge non prevede modalità di applicazione, verifiche, possibilità di impugnare la richiesta o altro. La rettifica, che può essere richiesta da chiunque, va pubblicata e basta, che il sito chiamato in causa sia pincopallino.wordpress.com o Google. Oltre a rendere difficile la vita ai grossi siti che permettono la contribuzione degli utenti, che si troveranno a far fronte a obblighi enormi e a rischi economici considerevoli a fronte di servizi forniti agli utenti gratuitamente, e che quindi potranno trovarsi a dover chiedere obbligatoriamente dati fiscali e bancari ai propri utenti per potersi rivalere per eventuali sanzioni, è evidente che il blogger indipendente ci dovrà pensare due volte prima di esprimere opinioni che possano urtare non tanto un altro privato cittadino, ma soprattutto chi abbia maggiore potere economico. Insomma, il blogger di troverà a dover fronteggiare gli stessi rischi di un giornalista professionista, senza avere alle spalle un ordine dei giornalisti o una testata giornalistica che possa difenderlo.
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