Dal 23 di aprile sugli scaffali delle libreria quanti amano lo scrittore Cornell Woolrich hanno trovato una antologia di racconti dal titolo emblematico Questa notte, da qualche parte a New York (Tonight, Somewhere in New York. The Last Stories andan Unfinished Novel by Cornell woolrich, 2005).
L’antologia contiene nove classici racconti di questo autore, con protagonisti uomini fragili e perversi e sulla via della perdizione, inoltre vi sono cinque capitoli del suo ultimo romanzo, The Loser, rimasto incompiuto e due capitoli dell’autobiografia Blues of a Lifetime, mai pubblicata nel nostro Paese.
I numerosi racconti e romanzi di Cornell Woolrich non hanno quasi mai un detective come protagonista, ma sono pervasi da una atmosfera di crescente angoscia, di destino crudele e da un cupo senso della fatalità. I protagonisti non sono mai “super” ma semplici persone che cercano di uscire da un destino crudele che li perseguita e che li schiaccia in una morsa fatale.
Questa antologia è stata curata Francis M. Nevins, scrittore e professore universitario, ha curato le antologie di racconti di Woolrich Il colore del nulla (Mondadori, 1987), New York Blues (Feltrinelli, 2006), Giallo a tempo di swing (Feltrinelli, 2007). E’ sua la monografia Cornell Woolrich: First You Dream then You Die.
L’autore
Cornell Woolrich (1903-1968), il cui nome completo era Cornell George Hopley-Woolrich, usava anche gli pseudonimi William Irish e George Hopley.
E’ stato autore di racconti suspense, pulp e noir. Ha vissuto un’esistenza schiva e solitaria, vittima di un rapporto esclusivo con la madre Claire Attalie Woolrich.
Scrittore molto prolifico ha pubblicato racconti di successo su riviste americane come Black Mask, Detective Fiction Weekly ed Ellery Queen’s Mystery Magazine per quarant’anni, ma la sua definitiva consacrazione letteraria gli arrivò con la celebre “serie in nero”: La sposa in nero (1940), L’alibi nero (1942) L’angelo nero (1943).
Moltissimi suoi lavori hanno ispirato serie televisive e film, fra cui La finestra sui cortile di Hitchcock, La mia droga si chiama Julie di Truffaut, Martha di Fassbinder.
Ha pubblicato anche romanzi con lo pseudonimo di William Irish: Vertigine senza fine (Waltz in the darkness, 1944), Ho sposato un'ombra (I married a dead man, 1948); e con quello di George Hopley: La notte ha mille occhi (Night has a thousand eyes, 1945).
la “quarta”:
Lunghi corridoi bui illuminati da una porta che si chiude in un attimo, per nascondere un cadavere con un filo di perle al collo o un evaso che dorme. Camere di hotel dove uccidere la notte, un uomo già morto o lo spettro di un racconto da consegnare al mattino. Una radio accesa canta la sua ultima canzone mentre il gas si diffonde in una stanza sigillata.
Impronte e scarpe che raccontano un inseguimento che si fa ossessione. Mance volate via come foglie al vento davanti a portieri che chiudono un occhio sugli scherzi crudeli di qualche cliente. Attese nell’ombra in compagnia di un bicchiere quasi vuoto, inseguimenti, amori disperati come balli lenti al crepuscolo. Questo è Cornell Woolrich, il poeta dell’ombra, l’Edgar Allan Poe del Ventesimo secolo, nelle parole del curatore di questa raccolta dei suoi ultimi scritti, Francis M. Nevins.
Alla resa dei conti del tempo, Woolrich vince perché la sua prosa non perde un colpo e traduce la disperazione di vivere nell’ineffabile perfezione del noir, là dove la violenza si fonde con il segreto in qualcosa di straziante e sinistro.
Questa notte, da qualche parte a New York di Cornell Woolrich (Tonight, Somewhere in New York. The Last Stories andan Unfinished Novel by Cornell woolrich, 2005, Traduzione Stefano Massaron, Kowalski – Apogeo, pagg. 446, euro 24,00)
ISBN 978-88-7496-687-5
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