In una intervista a Libération, l’autrice Fred Vargas nel narrare come era nata l’idea del suo recente romanzo Un luogo incerto (Un lieu incertain, 2008) affermava:

«Avevo da due anni l’idea delle scarpe in cui sarebbero stati ritrovati piedi mozzati. È venuta fuori da una chiacchierata con mio figlio, si scherzava. “Immagina che si trovino diciassette scarpe”, “Ah si, ma con i piedi dentro...”

Poi avevo voglia di una storia di vampiri, una bella storia di vampiri, come quelle che si raccontano attorno al fuoco per sospendere l’ansia della vita. Avevo tredici anni quando ho letto Bram Stoker. Mi colpì molto. E mi sono interessata al caso Plogojowitz, che aveva fatto molto scalpore nel diciottesimo secolo. Pensavo che Plogojowitz venisse dalla Slovenia, dunque ho cominciato a scrivere in quella direzione, fino a che non ho conosciuto una signora serba molto colta... Questo mi ha sconcertato:

la Serbia è troppo sensibile, le persone sarebbero di sicuro andate in bestia... Ma insomma, Plogojowitz è un personaggio davvero esistito e viene davvero da li. Dunque ho trovato questo stratagemma, di persone che non parlano della guerra, e di uomini che non avevano partecipato alla guerra perché “qui non lasciano donne e bambini soli al villaggio”».

 

Il risultato: un romanzo ove appare il commissario Adamsberg, nel quale l’autrice mescola abilmente il racconto giallo con un racconto che ci parla di vampiri dove è inserita  una figura realmente esistita. Infatti è documentata storicamente l’esistenza di Peter Plogojowitz.

Siamo nel 1718 nella Serbia sotto il dominio austriaco, nel villaggio di Kisilova, in Rezia, un certo Peter Plogojowitz viene  sepolto secondo le usanze. Qualche settimana dopo muoiono altre nove persone, le quali, sul letto di morte, giurano di essere state visitate durante la notte dal

compaesano appena sepolto. Questi si sarebbe sdraiato sul loro corpo per aggredirle e impedire loro di chiamare aiuto, inoltre la sua vedova racconta di aver ricevuto visita da suo marito Peter che gli chiese i propri sandali per poter lasciare il villaggio.

Riesumato il cadavere alla presenza di un provveditore e del pope di Gradisca si constatò che,

in effetti, il cadavere sembrava rigenerato, con pelle fresca e unghie rosacee. Nel rapporto del provveditore si legge “Non senza maraviglia ho visto la sua bocca ricolma di sangue che, secondo le parole di questa gente, sarebbe quello succhiato alle sue vittime”. Senza por tempo in mezzo, gli abitanti di Kisilova trafissero il cadavere con un lungo palo appuntito. Il rapporto prosegue: “Non solo una gran quantità di sangue, completamente fresco, è scaturito dalla bocca e dalle orecchie, ma anche altri segni (che ometto) si verificarono.

Finalmente, secondo la pratica in uso, lo bruciarono.

Nel romanzo Adamsberg per risolvere il mistero delle diciassette scarpe con i piedi mozzati dentro deve fare un lungo percorso tra Londra, i d’intorni dell’Hauts-de-Seine e

la Serbia.

 

L’autrice:

 

Fred Vargas è lo pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau, ed è nata in Francia a Parigi nel 1957.

L’autrice ha deciso di adottare il nome Fred Vargas in omaggio alla sorella gemella Jo, una pittrice che nelle sue opere si firma appunto Vargas (Vargas è il cognome del personaggio interpretato da Ava Gardner nel film La contessa scalza). È figlia di una chimica e di un surrealista. È ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs), ed è specializzata in medievistica.

Per cinque anni ha lavorato sui meccanismi di trasmissione della peste dagli animali all’uomo. Scrive ogni suo romanzo in ventuno giorni, durante il periodo di vacanza che si concede ogni anno. Rivede poi il testo per tre o quattro mesi, con il suo editor privilegiato: la sorella Jo. Scrive dall’85. Dal ‘92 ha pubblicato quasi un libro l’anno. È tradotta in 22 lingue ed è considerata l’anti-Patricia Cornwell. A tal proposito, ha dichiarato che «il poliziesco è una specie di favola, ironica o tragica o cerebrale. Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi (che nella realtà non esistono): un delitto è sempre semplice. Questo non le impedisce certo di dispiegare nei suoi romanzi una straordinaria visionarietà, unita a una capacità di indagine psicologica e alla passione per meticolose ricostruzioni ambientali.

Di Fred Vargas

la Einaudi a sino ad oggi pubblico i romanzi: Io sono il Tenebroso; Chi è morto alzi la mano; Parti in fretta e non tornare; Sotto i venti di Nettuno; L’uomo a rovescio; Nei boschi eterni; L’uomo dei cerchi azzurri  e recentemente Un po’ più in là sulla destra.

 

 

la “quarta”:

 

Adamsberg, con l’impagabile Danglard, si trova, un po’ annoiato, in Inghilterra per una riunione della Grande Europa poliziesca: si tratta nientemeno che di «armonizzare i flussi migratori» con i colleghi di ventitre Paesi... Ma dove c’è Adamsberg tutto può accadere. E il ritrovamento delle diciassette scarpe — o come dice il preciso Danglard, «diciassette piedi, otto paia e un piede singolo» — spinge il nostro «spalatore di nuvole» a percorrere un’altra Europa: quella dove dopo quasi trecento anni la stirpe di Dracula non ha smesso dì infestare il mondo. Tra Londra, i dintorni dell’Hauts-de-Seine e

la Serbia, attraverso il «nero tunnel» che conduce alla tomba di Peter Plogojowitz, riesumato nel 1725 col sospetto di essere un vampiro, l’indagine poliziesca si intreccia all’esplorazione di quel continente ignoto che è la follia umana.

 

Un luogo incerto di Fred Vargas (Un lieu incertain, 2008, Traduzione Margherita Botto, Giulio Einaudi editore, collana Stile libero Big, pagg. 392, euro 18,50)

ISBN 978-88-06-19689-9