- Qualcosa, sicuramente.
- E infine quei due piccoli forellini.
- Perché secondo lei hanno anche loro attinenza col tutto, aggiunse sarcastico l’Ispettore Brown.
- Ah, quelli hanno una importanza, come potrei dire…fondamentale !
- Quindi lei ha capito tutto.
- Non tutto, ammetto. Ma buona parte.
- E quindi sa chi sia l’assassino.
- No. Ma so come ha fatto ad uccidere.
- E ce lo può dire?
- E perché
mai? Lo dirò quando avrò scoperto tutto il resto.
E detto questo, girò i tacchi e se ne andò.
- Ispettore, non ho più nulla da fare stasera qui: possiamo ritornare in città? Desidererei riposarmi e riflettere.
- Signore, ma potete rimanere qui, per stanotte. Potete occupare la stanza degli ospiti, al piano terra: ha un bel caminetto, ed è tutta pronta; e ha anche un bel bagno privato, disse Mary Sutton.
- Se è così... rimango.
- Per di più la cena è pronta, aggiunse Dick. E così fa solo un piacere a mio fratello, che in quanto a mangiare non è secondo a nessuno.
- E poi - aggiunse l’altra cognata –anche se avesse voluto, non sarebbe potuto ritornare a casa sua.
- E perché mai?
- Perché se non l’ha notato viaggiando fin qui, il castello è su una collina molto molto dolce, ma intorno a cui scorre un fossato, che non si vede perché celato dagli alberi: l’unico tratto scoperto è quello attraversato dalla strada.
- Non è molto profondo allora.
- Assolutamente no, ma è tale che quando è pieno una macchina non possa attraversarlo: viene riempito da un sistema di canali esattamente all’imbrunire. Fu mio fratello Philip a volerlo fare perché c’erano molti furti e assalti di malviventi alle ville della zona, e così il fossato diventa un ottimo antifurto, di notte.
- In pratica lei mi sta dicendo che in questo momento siamo isolati?
- Esatto.
La cena fu servita alle 21. A tavola erano in sei: c’era anche l’Ispettore, alloggiato in un’altra cameretta vicino a quella in cui avrebbe dormito Merlini.
Fu servito un consommè di brodo d’anatra, arrosto di anatra farcita di fegato d’oca aromatizzato all’Armagnac e accompagnamento di prugne, e infine Savarin, il tutto accompagnato da un vino italiano, un Refosco dal Peduncolo Rosso, sostituito per il dolce, da un Borgogna dolce.
- Ottimi i vini, disse Merlini degustando il Borgogna. – E’la prima volta che bevo un Borgogna così dolce.
- Viene dai nostri possedimenti francesi: lo sa che le nostre origini si perdono in Europa? Il nostro è un ramo della vecchia nobiltà francese.
- Stavo proprio ricordando all’Ispettore
la Battaglia di Flodden, qualche ora fa: triste pensare che Giacomo IV morì per adempiere ad un giuramento fatto al re francese.
- Francesco II mi pare.
- Ah, non mi ricordo. Ma era sicuro che era pure imparentato con il re che lo sconfisse: Enrico VIII?
- Dice? Non sarà stato Enrico VII?
- Mah, se lo dice lei.
Annabel non aveva proferito parola. Mangiava, quasi degustando, centellinano le emozioni olfattive che i cibi le procuravano. Era ancora una bella donna, a dispetto dei suoi sessant’anni portati assai bene. Aveva dei bei capelli, che portava lunghi, seconda un’acconciatura decisamente giovanile, candidi come
la neve. Indossava un vestito lilla che la fasciava meravigliosamente. E intanto fissava i due fratelli, con uno sguardo che a Brown parve molto indagatore.
- Bella donna Annabel, disse Brown.
- Condivido Ispettore, sussurrò a mezza voce Merlini.
- Mio marito è un’autorità in fatto di avvenimenti storici, si inserì Mary Sutton.
- Mi pare di ricordare qualcosa su altre qualità di Giacomo IV, re scozzese molto pio, mentre Enrico VIII era un gran sporcaccione, insinuò Donald, che fino a quel momento non s’era sentito proprio.
La cosa rimarchevole è che i due fratelli Dick e Donald erano tanto uguali, come due gocce d’acqua.
- Sicuramente 2 gemelli omozigoti, pensò Merlini.
- Ma sono uguali !, sussurrò all’Ispettore.
- Ah, non glielo avevo detto? Sì identici, mentre l’altro fratello Philip, il morto, si differenziava per avere una piccolissima voglia sul naso.
Merlini pensò a quel volto sfigurato di cui gli avevano mostrato le foto, e cercò di immaginarselo come sarebbe dovuto essere.
Una riflessione troncò il suo sogno a occhi aperti.
- Come? Vuole dire che anche Philip era un gemello?
- Pensavo di averglielo detto: i 3 fratelli erano gemelli, un caso più unico che raro.
- Ed erano dissimili per idee? Strano, perché di solito i gemelli la pensano anche nella stessa maniera.
- Infatti. E’stato così finché non si è cominciato a parlare di soldi.
- …E casto.
- Scusì non sentivo.
- Dicevo che Giacomo IV era un uomo notoriamente pio e casto: solo così potrei spiegare il cilicio di cui si dice che fosse cinto durante quella Battaglia.
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