- Apparteneva a Philip che era stato ucciso.

- Strano.

- E se invece non fosse stata sua ma dell’assassino? E se si fosse stata staccata senza che lui se ne accorgesse?

- E perché Mary Sutton fu uccisa allora? Perché aveva capito che non era sposata all’uomo a cui per tanti anni lo era stata.

- Cioè? Chiese l’ispettore.

- Perché aveva scoperto che Dick non era Dick.

- Come?

- Dick era esperto di storia medievale ed uno che sbaglia due volte, confondendo Francesco I con Francesco II di Francia e Enrico VII Tudor con Enrico VIII, che razza di esperto può essere?

 

- Signori vi presento il redivivo Philip Huyes, magnate di borsa, molto vivo e poco morto.

E così facendo tirò la collana d’oro e confrontò la medaglietta con altre.

- Tutte uguali. Ecco dove si è spezzata. Combacia!

- La medaglietta era dell’assassino non della vittima. E poi signori... la voglia.

E così facendo afferrò il naso e lo manipolò, rivelando una voglia e mostrando la sua mano destra sporca di trucco.

- E ora mi ricordo di una cosa che mi disse il notaio: non lo si sapeva in giro, ma Dick era impotente; ma Anne Frostin gli aveva rivelato che era cambiato, che era un vero uomo! E che pure la cognata gli aveva detto che il marito, nella notte prima del ritrovamento del primo corpo, gli aveva dimostrato quello che non gli dimostrava da troppo tempo!

- Maledetto!, esclamò furiosa Maggie rivolta al compagno.

- Del resto tutto presupponeva un’attenta organizzazione dei tempi e dei luoghi, che solo il padrone di casa avrebbe potuto mettere in atto.

- E la scena del delitto così pulita! Eppure per sfigurare iDick, anche morto, qualche traccia sarebbe dovuta rimanere. Povero Dick! Lo avrà allettato con una qualche suppletiva donazione.

- Ma non ho capito per quale motivo avrebbe creato tutta questa macchinazione. E’un magnate della borsa e i soldi non gli mancano.

- Non è così- disse improvvisamente Philip. Ho perso enormi somme sui tavoli verdi di Las Vegas e sono diventato debitore nei confronti di una banda di gangster che controllava il gioco. Devo circa sei milioni di dollari, e neanche vendendo la mia società sarei riuscito in breve tempo a monetizzare questa somma. E così ho pensato che se fossi riuscito a concentrare l’eredità tutta nelle mie mani, sarei uscito alla grande dall’empasse e poi mi sarebbe rimasto un soddisfacente gruzzolo per continuare a vivere per il resto della vita. Ma non sono stato io a ideare tutto: è stata lei, disse additando la sua compagna.

- Miserabile bastardo. Ma Dick l’hai ammazzato tu, e pure Donald. E anche Anne.

- Mentre tu, santarellina, hai ammazzato solo Mary e Annabel...

- Basta, portateli via!

- Un omicidio accuratamente premeditato: bravo Merlini!

- No, signori. Non mi sento così trionfante: la spiegazione ce l’avevo prima e non

la vedevo. Avrei potuto salvare la vita di Anne se ci avessi pensato e... avessi saputo della modifica del testamento.

E l’ispettore arrossì violentemente.

- A cosa allude?

- Alla chiave?

- A quale chiave?

- A quella della porta della stanza della povera Annabel, probabilmente addormentata da Maggie prima di esserle recisi i polsi. Due amanti maledetti che avevano accuratamente organizzato tutto.

Sa cosa abbiamo trovato nella valigia di Maggie? Un vecchio ritaglio di giornale che parlava di Maggie Hutch, la promettente attrice coinvolta in quella brutta storia con quel gangster, che era stata arrestata e che poi nessuno aveva voluto riprendere sul set. Maggie Hutch, Maggie Smith:una stessa persona. Un’attrice che conosceva anche i trucchi da scena. L’avevano organizzata fin nei minimi particolari questa messinscena, tutti complici e tutti assassini.

- Ma perché la chiave?

- Vi ricordate cosa fu costretta a dire Maggie, tradendosi?

- Che quella porta aveva solo due chiavi uguali: una ce l’aveva Annabel e l’altra…

- Che io sia dannato: Philip Huyes !

 

                                                                                                                                            

 F I N E