Bella la copertina con Sherlock Holmes ucciso sul pavimento di un palcoscenico, Cornelio che fissa terrorizzato ed una damina fredda con la pistola in mano. Bella la resa prospettica e belli i colori.

Parlo di Cornelio 5 di Carlo Lucarelli ed il resto della combriccola tra cui lo Smocovicce. Bella la copertina, dunque, e bella (notare l’uso sapientemente distillato di questo aggettivo) la storia che mi ha riportato indietro di qualche annetto quando stringevo forte le gambe per non farmela addosso al solo nominar di fantasmi.

E allora Cornelio in perenne crisi creativa con Snoopy che lo minaccia di querela se usa il suo noto “attacco”. E i soliti fantasmi letterari a fargli una visitina. Che poi proprio solo fantasmi non sono se trattasi anche di un produttore e due attori con una proposta concreta: scrivere interviste fantastiche ai suoi personaggi preferiti essendo essi, come già sappiamo, Sandokan, Sherlock Holmes e Marlowe.

Cornelio un po’ traccheggia ma poi, via “l’idea non è così male”. E da qui in avanti fantasia e realtà che si mischiano, fatti del passato che si ripresentano puntuali nel presente, morte sul palcoscenico, gelosia dell’amica Vanessa per una gnocca cicisbea, qualche bacio, mistero, paura, una damina che appare e scompare nel teatro, spari, botte, violazione di tombini, citazioni su citazioni (da dà a’ maiali direbbe il mio alter ego), l’affascinante ispettore Negro che maschio non è, colpi di scena come in un giallo che si rispetti con l’immancabile e imprevedibile supercolpo finale. Il tutto condito con una discreta ironia. Ottima la trama, sufficiente il disegno troppo rigido per i miei gusti (ma piacevole quando è solo a matita, se non sparo una coglionata). Buono il voto.

 

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