Fascetta gialla “Senza dirsi addio si legge tutto d’un fiato. Lo prendi e non lo lasci più finché sei arrivato in fondo”. Firmato Michael Connolly. In quarta di copertina (nera come la morte) Robert Crais aggiunge che il fiato ci mancherà per i ripetuti colpi di scena. Essendo asmatico vi giuro che non è una sensazione piacevole.
Ho sbuffato un poco (mi stava venendo un attacco?), ho letto l’incipit, ho sfogliato qualche pagina. Crediamogli (mi sono detto, storcendo un po’ la bocca). Ed è così che ho preso Senza dirsi addio di Linwood Barclay, Piemme 2009.
“ Ci sono fatti che segnano
la vita. Una mattina ti svegli. In casa regna un silenzio mortale. E la tua famiglia è scomparsa senza lasciare traccia.
E’ ciò che capita a Cynthia Bigge (occhi verdi, zigomi pronunciati e capelli rosso fuoco) il giorno in cui, dopo una bravata adolescenziale e una lite notturna con i suoi genitori, scopre al risveglio che sua madre, suo padre e suo fratello sono spariti”.
In terza persona la prima parte (breve). In prima persona, quella del marito Terrence Archer diminuitivo Terry, venticinque anni dopo, la seconda parte. Sua madre (di Cyn) Patricia, suo padre Clayton, suo fratello Todd, sua zia Tess che si occupa di lei. Tre auto: Dodge, Mustang e Escort (particolari insignificanti ma ce li infilo lo stesso). Terry insegnante di lettere. Grace, la figlia, di otto anni. Città Mildford. Ricordi del presente e passato che si mischiano, studentessa brava con i suoi bei problemi esistenziali, preside amico di Terry, macchina marrone che si fa vedere spesso vicino alla loro casa, telefonate inquietanti a Cynthia (“La tua famiglia ti perdona. Per quel che hai fatto”), sedute di psicoterapia con
la dottoressa Kinzler sulla settantina (“piccola e paffuta, con i capelli grigi raccolti e fermati da mollette”), soldi che arrivano di nascosto a zia Tess per l’educazione della nipote, un uomo che ha le sembianze di Todd, intromissione di una medium, la collega gnoccolona di turno che vuole sedurre Terry, una chiave che scompare e il cappello di Clayton che appare all’improvviso in casa, un detective privato (pagato per risolvere il caso) e una detective statale. Dubbi, angosce, tormenti, (anche sulla stessa Cynthya) che affiorano ad ogni piè sospinto. E non manca neppure il movimento, la scazzottata, la pistolettata e le morti inaspettate. Le solite frasette in corsivo dei probabili scomparsi a completare il quadro. Citato pure Sherlock Holmes tanto per non far mancare niente. Prosa sicura, scilinguagnolo sciolto.
Io ho una ammirazione sconfinata per Michael Connolly come scrittore. Come “sintetizzatore” di fascette un po’ meno. Ma il libro non è male.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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