“Come ? Vuol dire che io sono indagato ?”, chiese il primo. Era impallidito visibilmente. Era un uomo di circa sessant’anni, piccoletto, massimo 1,65 metri in altezza, piuttosto gracile, capelli radi bianchi, folte sopracciglia, un naso piccolo e una bocca sottile incorniciata da radi baffetti. Indossava un completo grigio, al dito anulare sinistro due anelli.

“Se la vuol mettere così..sì”.

“Dio mio, ma perché ? Io quella non la conoscevo neanche, l’avevo seppur guardata una volta per strada..”.

“Bugiardo. Ma se più d’una volta l’avevi invitata ad uscire con te, non ti ricordi più niente ora ? Lo sapevano tutti, lo dicevi a tutti, irresistibile Casanova!”.

“Sì..è vero..ma da qui ad ucciderla.. e poi perché ?”.

“Le si era rifiutata, mi par di capire, e poi la sua lista la odiava”, suggerì Sansa.

“Ma uccidere per questo..”.

“Sì, ma non sarebbe il solo. Ci sono anche il Prof. Abbaiti della lista di centrodestra e anche il suo compagno di partito, il sig. Donato Miccoli..”.

“Anche noi ? E perché ?”, chiese Abbaiti. Bell’uomo, cinquant’anni ottimamente portati, abbronzato, pulito e ordinato; una gran corona di capelli bianchi, incorniciava un viso che denotava intelligenza, e il suo abbigliamento invece quella sobrietà che si accompagna al buon gusto.

“Perché anche lei e la sua lista avevano duramente attaccato la vittima”.

“E poi lui – disse Miccoli – è amico del Cav. Selbi, per conto del quale si stavano svolgendo i lavori di costruzione dell’albergo, interrotti per la scoperta archeologica.

“Olà, è spuntato un altro movente”.

“Ma io che c’entro ?”, disse Miccoli.

“Anche lei aveva un movente per ucciderla: come capo del partito di sinistra, era fortemente irato per la sua condotta, che stava mettendo in serio imbarazzo la sua compagine politica, data per vincente, a pochi giorni dal voto”.

“In altre parole, 3 possibili omicidi forniti tutti di movente abbastanza solido”, affermò Sansa.

“Già. Analizziamo

la situazione. I 3 sono tenuti sotto controllo visivo dall’agente posto vicino alla porta: finchè questo avviene, nessuno dei tre può aver accoltellato

la vittima. Ma, dico ma, c’è un momento in cui l’attenzione si dirada: arriva Don Ceramicola. Il Comm. Mangialardi lo saluta, lo saluta l’agente che si distrae e solo in questo momento uno dei tre potrebbe aver ucciso

la Bona. Quello posto più a destra, cioè Miccoli avrebbe dovuto fare un balzo dietro i due compagni, vibrare il colpo con la mano sinistra, essere sicuro di averla uccisa per evitare che lei potesse accusarlo, e ritornare al suo posto in un frammento di tempo: impossibile. Avrebbe potuto farlo Abbaiti: il balzo era inferiore, la sinistra armata era schermata dal busto di Mattina, ma il tempo occorrente era insufficiente. Non rimane che il Mattina, il più vicino: ma vibrando il colpo con la sinistra, avendo poco spazio di manovra, avrebbe dovuto svolgere un mezzo giro su se stesso, accoltellare la vittima e rigirarsi, e sarebbe stato il più in evidenza. Ma il colpo richiedeva una forza notevolissima e mattina è gracile. Inoltre, come gli altri tre, non è mancino. Quindi nessuno dei tre può averla uccisa”.

“E allora?”, disse Don ceramicola.

“Allora, quando l’impossibile viene meno, si analizza il meno probabile. Supponiamo per caso, che il colpo sia arrivato dalla finestra..”.

“Ma non può essere: lì c’era appostata l’agente Paluzzo che è stata ferita; e il suo assalitore è fuggito scavalcando il muro di cinta. Non capisco perché non si indaghi al di fuori di noi”, ribadì Mattina.

“Ripeto. Supponiamo che il colpo sia arrivato da lì: come avrebbe potuto l’assassino piantarle il punteruolo nella schiena? Di persona? Impossibile, c’è l’inferriata. Lanciandolo ? Impossibile, le sbarre di ferro sono così fitte da non lasciare lo spazio per un lancio, che poi avrebbe pochissime possibilità di concretizzarsi per mancanza di precisione. Mi son chiesto per quale motivo l’assassino non abbia scelto una pistola, magari con silenziatore. Poi la soluzione: la vittima indossava una cotta in acciaio, del tipo usata nel medioevo..”.

“Proviene da qui – disse l’oste – Mi aveva chiesto lei di poterla usare finchè non sarebbe andata via. Era spaventata. Era stata minacciata al telefono”.

“Guarda,guarda, e perché non ce l’ha detto prima? Quindi la vittima indossa oggi il giubbetto in acciaio, e quindi l’assassino non usa

la pistola. Ergo, l’assassino sa che indossa

la cotta. Non può essere l’oste, perché era sotto il mio sguardo quando è schiantata per terra

la Bona. Chi mai allora è ? Ma che fa? Come può averla uccisa? Agente Paluzzi, lei è stata sempre a guardia della porta sul giardino e con la finestra sotto controllo?”.

“Sì sempre..almeno fino a..”.

“Fino a che?”.

“Ecco, mi son allontanata nel giardino per fumare una sigaretta”.