Veloce davvero. Voglio dire a leggersi questo Taccuino di una sbronza di Paolo Roversi, Kowalski 2008. In tre balletti l’ho divorato prima d’anda’ a fammi i ‘apelli da’ i’ barbiere a Siena che quarche macchina m’ha strombazzato pure gli venisse un accidente. Anche se la ‘opertina, la prima vorta che l’ho vista alla Fertrinelli, e umm’ha fatto una grande impressione con qui verdolino-celestino  ino ino e meno male che c’è una bella gnocca sulla destra a ringalluzzacci.

Il titolo è tutto un programma. Anzi il programma. Si beve dalla prima all’ultima pagina. O meglio beve Carlo, l’amico di Romeo che racconta la storia. Più precisamente Carlo Boschi che crede d’esse’ i Bukowski e s’incasina colla su’ fidanzata Sara e i’ matrimonio va a puttana. Ma tanto c’è anche la riserva Linda “comunista, femminista, animalista, vegetariana, salutista. E gnocca” e i’ cambio gli è pure vantaggioso.

Un poteva manca’ Sergio Berloni, ovvero i’ nostro Berlusca che viene pizzi’ato ne’ su’ atteggiamenti e ne’ su’ discorsi a pera da’ i’ Roversi vispo come un galletto ni pollaio che u’ risparmia nemmeno i centri sociali e i fricchettoni della sinistra. Dà un carcinculo a tutti i farsi idoli della televisione e ci fa capi’ come si possa passa’ in un batter d’occhio dalla porvere all’artare e viceversa. Non manca una carrellata degli ultimi avvenimenti più o meno politici con strizzate di palle di qui e di là e morsetti da velociraptor.

E, naturalmente, trattandosi di una storia alla Bukowski, sesso da tutte le parti, in tutte le posizioni, in tutti i buchi (appunto) senza falla tanto lunga.

Capitoletti brevi, prosa arguta, brillante, a volte sul filo dell’autocompiacimento. Ritmo veloce, velocissimo. Uno Spidi Gonzalesse della letteratura. E la recensione s’adegua.