TRA BORGES E CONAN DOYLE - Una sarabanda di rara efficacia visiva (fotografia di Luciano Tovoli e montaggio di Luc Barnier, entrambi a livelli stellari), una sceneggiatura d’oro e, a questo punto immancabile per essere vincenti, una vena ironica degna dei fratelli Coen. Gli attori (Lika Minamoto interpreta la geisha ed è un piacere per occhi e orecchie) sono straordinari, Magimel compreso, in quel suo fare da ricco turista glamour che finisce completamente preda degli eventi. Lynch, Cronenberg, Borges, Conan Doyle e Ozu stesso sarebbero soddisfatti nel rivedersi citati qua e là, tra sogno e inseguimenti, in una Kyoto che sembra una Disneyland malata e corrotta.
Tratto dal romanzo del famoso e apprezzato scrittore e critico giapponese Rando Edogawa (pseudonimo alla “Edgar Allan Poe” di Taro Hirai), “Inju” è sicuramente uno dei piccoli gioielli di questa 65esima Mostra. Il livello tecnico non è stato per ora eguagliato dagli altri film in concorso proiettati finora.
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