Il titolo mi ha intrigato. Un personaggio famoso della letteratura francese. Una morte per avvelenamento. Una indagine su una storia inventata Lo strano caso di Emma Bovary di Philippe Doumenc, Castelvecchi 2008. E allora leggiamola.
“Si chiama Emma Bovary e la sua storia è celebre: tragicamente e avidamente innamorata dell’amore, visse d’illusioni, tradì il marito, consumò se stessa e distrusse il suo matrimonio. In preda alla disperazione assunse una dose di arsenico che la portò rapidamente alla morte, o almeno così racconta Flaubert nel suo romanzo. E’ cosa nota però che il veleno preso una sola volta e in piccola dose, non è mai mortale…”.
E dunque l’autore vuole vederci chiaro e spedisce a Yonville per indagare “l’anziano Delévoye e il giovane praticante Remi”. Si parte dall’ultimo giorno di vita di Emma il 24 marzo 1846. Sospetto di un crimine da parte di due medici che l’hanno visitata, Larivière e Canivet. Piccole contusioni sul collo e sulla spalla. Partono, come già detto, Delévoye, Remi e anche il giovane d’Herville, esperto di flaconi e provette.
Esame del cadavere: colpi inferti da uno strumento contundente di forma arrotondata, polvere di arsenico di circa trenta grammi nello stomaco, piedi e mani graffiati da rovi e spine e frammenti anche nei capelli. Altro particolare rilevato da d’Herville: Emma incinta di cinque mesi (rientra nella casistica).
La vita di Emma si dispiega attraverso gli appunti presi da Remi durante le deposizioni di Tuvache, sindaco di Yonville, di padre Bournisien, di Charles Bovary marito, di Lheureux merciaio, di Homais farmacista, di Rodolph Boulanger proprietario terriero e amante di Emma, di Leon Dupuis praticante notaio e anche lui amante della signora, di Feliceté domestica di casa Bovary. E poi dell’esattore, del notaio e del conducente di diligenza (se non ne ho saltato qualcuno).
Charles afferma di avere trovato una lettera in cui Emma dichiara il suicidio. Purtroppo sparisce. Non mancano i colpi di scena: la confessione della signora Homais e poi quella di Charles Bovary e c’è pure Elisabeth Homais che si innamora di Remi e vuole andare via con lui (il paese le sta stretto). Ma l’inchiesta ad un certo punto viene chiusa (il motivo alla fine). Emma si è suicidata. Punto e basta.
Ripercorrere una storia bella artisticamente, anche se letteraria, fa sempre piacere. Se a questa si aggiunge il sospetto su una morte dubbia ancora meglio.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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