10) A Milano non c’è il mare di Andrea Carlo Cappi: esagerato. Quanto sarai esagerato quando scrivi Cappi. Come in un altro racconto su’ maiali che ti ci intorcinasti tutto. E qui c’è una famigliola che è peggio dei killer e vole fa fori tutti gli extracomunitari. E i male è anche fra di loro. Il tutto gonfiato, esagerato, sproporzionato. M’ha fatto veni i mar di testa.
Voto 6
11) Luca e Toole di Matteo Curtoni: come stile e un c’è maiale si dice dalle nostre parti. Come? Ragazzi una battuta, via, lasciatemela fare. Volevo dire, Matteo, che il tuo modo di scrivere si riconosce. Sicuro, genuino, frizzante. In certi punti ampollosetto ma, insomma, va bene. Scene forti, brutali, sesso e umana bestialità al di fuori di ogni regola. Tanto per gradire.
Voto 7
12) Smetti di stare a guardare di Franco Forte: anche te fissato co’ i sesso. Un c’è gnente da fa. Oggi i sesso s’infila dappertutto. Soprattutto quello scellerato di una famiglia sgangherata scellerata. Lo so, lo so il sesso è il motore dei più grandi romanzi della letteratura mondiale. Eh, se lo so. Ma il troppo stroppia. E qui, ragazzi, voglio dire, in generale, e si stroppia.
Voto 6
13) Una questione di genere di Alda Teodorani: finalmente un po’ di sorriso, un po’ di ironia! Sul noir metropolitano, su quello rurale, sull’horror di una città metropolitana. E sull’horror in famiglia che va tanto di moda. E anche, se Dio vuole, sugli scrittori che sono tutti pazzi e ci metto la firma. Brava Aldina.
Voto 8
14) Due di Ettore Maggi: il tema del doppio e dell’identità. Già sfruttato. Due sorelle gemelle e un solo uomo. Un po’ ci si immagina come andrà a finire. Però almeno è breve e si fa presto.
Voto 6
15) 12/9 di Paolo Grugni: il tema delle torri gemelle, una madre morta per distrofia muscolare, l’incontro con un vecchio amore, la morte, il vuoto, il nulla. Caro Paolo te la sei cavata con poco ma meglio di tante sbrodolate che un finiscano mai.
Voto 6
16) Io, il dolore di Mauro Marcialis: il dolore e tutti quelli che ci girano intorno come l’ispettore, il fidanzato, l’amica, il padre, il regista. E al centro, naturalmente, il dolore. Chi ci rimette è la povera ragazzina che non c’entra niente. Buona l’idea. Bravo Marcialino.
Voto 7
17) Patto di sangue di Giancarlo Narciso: un padre abbandonato dalla moglie e il figlio Ricky. Solo che gli tolgono anche questo. Non è adatto ad allevare ed educare un figlio. Lo dice il tribunale sulla base di certi testimoni. Ma allora se scappa la pazienza… Non male Giancarlo ma il tutto mi sembra un po’ forzato. Come? La realtà è ancora peggio. Forse avete ragione. Un c’è più religione.
Voto 6
18) Caduta libera di Marco Vallarino: stupri, botte, violenza su violenza, fisica e morale “Tua nonna è morta…L’hanno trovata spiaccicata sul cortile di casa. S’è gettata dalla finestra”, e allora giù un altro volo. E un tuffo al cuore. Con questi racconti scellerati e mi farete mori e mi farete.
Voto 6
19) Come un angelo di Diana Lama: una malformazione al cervello, il senso della morte, la morte che si avvicina. Donare o non donare i propri organi? Donarli sì ma attraverso un concorso, il toto-organo. E poi giù da i parapetto. O che ha’ ‘opiato i Vallarino? Via Diana e scherzo, un fa codesta faccia.
Voto 7
20) American Instambul di Giampaolo Zarini e Andrea Novelli: l’ispettore Izel Kemal di Istanbul alle prese con un assassino che taglia l’intestino alle vittime. E’ chiaro che lì ci deve essere nascosto qualcosa di importante. Magari una memory card con certi progetti e c’è pure di mezzo Al Qaeda…Vedo che l’avete scritto in due e allora dividetevi anche i voto.
Voto 6
21) Zac! Di Paolo Lombardi: campo di concentramento giapponese, un uomo è fuggito, deve essere ucciso un prigioniero. Storia di mazzette, il crollo delle torri gemelle, l’amore che si mescola alla morte. Un po’ compri’atino pe’ i miei gusti, ma de gustibus come dicevano l’anti’i…
Voto 6
22) Habeas corpus di Giuseppe Genna: Giuseppe Genna è morto ma “il distacco dalla vita deve essere dopotutto completo: dalla mia, dalla altrui”. E qui casca l’asino, perché, caro Giuseppe, tu stesso devi superare delle prove mi’a semprici. Prove dettate da due Custodi. Prove dure, feroci fino a i fragello. Ammazzalo che fantasia!
Voto 6.
Dunque una buona antologia con punte più o meno alte di qualità. Unica riserva è che ormai gli argomenti sono spesso i soliti che si trovano da tutte le parti (anche nella stessa antologia). Va a finire che l’ammassarsi di violenza, sangue, sperma, abisso e morte invece di colpire e affascinare il lettore quasi ottengono l’effetto opposto. Uno sbadiglio, come dopo un’abbuffata coi fiocchi.
P.S. Consiglio di leggere i racconti con una certa distanza di tempo l’uno dall’altro per evitare, appunto, un possibile senso di sazietà e di rigetto.
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