Alla prima pubblicazione di Anime nere dell’anno scorso, per uscire fuori dal solito piattume delle recensioni (le mie), decisi di rivestire ancora una volta i panni dell’insegnante e dare il voto ai compiti (racconti) dei miei scolari (autori). Stando ai contatti avuti su questa “trovata” (siamo sui mille) posso dire che fu un piccolo successo. E dunque lo ripropongo qui come “gioco” per Anime nere reloaded, Mondadori 2008, senza il minimo intento di offendere o ferire nessuno. Anche se qualche battuta o frecciatina ci può scappare che altrimenti il “gioco” non sa proprio di nulla. Alterno l’italiano allo staggese, un toscano un po’ particolare, così come viene viene.

In un’aula di una qualsiasi scuola italiana

Allora ragazzi guardiamo che cosa avete combinato con i vostri racconti. Prima facciamo l’appello. Astori, Bartolotti, Cacciatore…dov’è Cacciatore’ Come? A sparare ai fagiani? La solita battuta eh, difficile, chissà per quanto tempo l’avete ponderata, è al gabinetto me lo immaginavo. Comunque andiamo avanti Cappi, Coata, Colitto…ma vedo che tutti i banchi sono occupati, ergo ne deduco che ci siete tutti. Se poi qualcun altro ha preso il posto del solito proprietario peggio per lui. Dunque i racconti. Li prendo così come vengono:

1) La scommessa di Cinzia Tani:  ora Cinzina te tu se’ bravina. Te l’ho sempre detto. Però in questo racconto, oltre alla tua manino santa, si avverte che c’è qualcosa di costruito, di artefatto. Un fa codesta faccia. Bellino è bellino, per carità, ma quando è venuto qui i tu babbo a dimmi che ni tu racconto che aveva letto ci si trova “la patina della raffinatezza che cela la tenebra, l’inganno smaltato come esile paravento di un orrore senza fine” io mi so anche toccato.

Voto 6

2)Non ne uscirete vivi di Alfredo Colitto: un bel racconto semplice e pulito. L’uccisione di un fratello, la voglia di vendetta da parte della sorella. Violenza gratuita, deserto di principi, il vuoto. La ribellione. Solo che questo tipo di racconto l’ho già sentito anche in altre classi, seppure con sfumature diverse. Non è proprio una novità, voglio dire. Non ho detto, Alfredo, che l’hai copiato!!! Ragazzi, come siete permalosi. 

Voto 6

3) Tagliata per la grande città di Giacomo Cacciatore: anche questo racconto può andare. Due ragazze, due modi di fare ed esprimersi diversi. La strafottenza, il cruccio che cresce, il concorso per un bel coltello. Però si capisce fin quasi dall’inizio come può finire. Cosa hai detto? Forse per me che sto sempre sui libri? A parte il fatto che non sto solo sui libri, questa osservazione a onor del vero mi pare giusta. E ti becchi un punto in più. Alfredo, Cinzia! Fermi, inutile che protestiate che tanto quando ho dato un voto e un ritorno indietro. O se ritorno indietro è per mettervi un uno come faceva il mio professore di filosofia. Li mortacci…(sottovoce).

Voto 7.

4) Tira il grilletto, Malaparte di Giuseppe Lippi: che ti devo dire, Giuseppe. Non ci sei andato di scartina. Sé sempre co’ i capo fra le nuvole e ora mi butti fori un racconto duro, secco, preciso. Sogno e realtà. Buona la psicologia del personaggio. Quadretto della nuova mafia. Finale un po’ scontato. Basta così. E une sto a falla tanto lunga. Eccoti i voto. Ma lascia sta Cinzia che oggi ha un diavolo pe’ capello.

Voto 7

5) Bulbi di Désirée Coata: dietro codesta faccina da madonnina santa un si nasconderà mi’a una novella Emma Corsi? Raccontino breve, spigliato, sicuro nell’esecuzione. Buona l’idea e buono anche il voto.

Voto 7

6) Male al cuore di Andrea Cotti: un colpo al cuore me lo fai venire a me se scrivi delle storie così dure. Ma ti capisco. La realtà è ancora peggio. Dramma, tragedia familiare. Sesso, angoscia, il male dentro. Di solito non mi vanno giù le frasettine ine ine ma qui ci stanno bene.

Voto 7

7) Asfalto di Andrea G. Colombo: la macchina, le corse, la sfida, le scommesse. La morte. Gioventù bruciata. Chi ci rimette sono i morti e “mezzasega” che ci si trova invischiato. Direi passabile e la sufficienza è assicurata.

Voto 6

8) Mutilato di Matteo Bortolotti: anche questo, Matteo, è un racconto ben costruito e svolto con piglio sicuro. Veramente. Però lo squallore dello sfruttamento degli extracomunitari, la freddezza, il vuoto, la violenza, il marciume che contamina le forze di polizia fanno ormai parte di un cliché narrativo che si ripete di continuo. Che cosa è il “cliché”? Mi domandi che…ma roba da matti!

Voto 6

9) Ti piace il sangue? di Cristiana Astori: non te la prendere Cristianina ma un ce l’ho fatta a leggilo tutto. Con questi che bevono il sangue degli animali e degli uomini. No, non perché mi faccia ribrezzo, ne ho letti di peggio in questo senso, ma proprio per una mia deficienza di lettore. E dunque niente voto. Non mi pare giusto affibbiare una insufficienza quando la colpa è, almeno in parte, mia. E un ti butta giù che lo stile c’è.

Senza voto