Un leggero tascabile questo Nero Marsiglia di René Frégni, Meridiano Zero 2008. L’ideale per leggerlo anche mentre cammino. “Antoine ha una sola ragione di vita: Marie, sette anni. Dopo la morte della moglie, il suo mondo inizia ogni giorno all’uscita della scuola, quando
la va a prendere per riportarla a casa mano nella mano. Marie è scomparsa. Due soli indizi: una lussuosa auto nera, una donna vestita di scuro.
Antoine perde il controllo: lascia il lavoro e passa le giornate nei quartieri popolari di Marsiglia, lungo le vie assolate, alla disperata quanto vana ricerca della figlia: Dopo qualche settimana è ridotto a un fantasma. Poi incontra Cristal: l’amico, ora boss della malavita Marsigliese. E Cristal, in un personale tentativo di riscatto, decide di aiutarlo, mettendo a disposizione le sue conoscenze nell’ambiente del crimine”.
Dunque la disperazione di un padre che cerca la figlia, il suo progressivo imbarbarimento (incomincia a bere come una spugna), l’odio che lo travolge “Lo tagliamo a fette e lo facciamo ingoiare a quello ancora vivo, così non ci costa un soldo” insieme alla brutalità del boss con i sospettati.
Alla ribalta il mondo della pornografia e c’è di mezzo pure il satanismo con i sacrifici umani e l’intera città di Marsiglia rivoltata nelle sue cose sporche.
Un po’ di luce e di calore umano dalla maestra Camille Ferréol che bacia, abbraccia e coccola il nostro disperato Antoine. Quasi come la buona fatina delle fiabe.
Il tutto francamente un po’ forzato come se lo schema, l’idea base sia rimasta incollata alle intenzioni.
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