Cornelio qui, Cornelio là, Cornelio su, Cornelio giù. Cornelio da tutte le parti. O che sarà
mai questo Cornelio, mi sono detto. Ho preso la mia punto nuova fiammante (per modo di dire che ha un colore grigio scuro da mezzo funerale) e sono andato a Siena. Prima edico
la finito, seconda edicola lo stesso. Trovato alla terza edicola. Carlo Lucarelli in primo piano (praticamente in televisione) con il solito pizzetto e le mani come le tiene lui, dietro una segona sanguinante e una ragazza di quelle di oggi appoggiata ad un muro. In alto a caratteri rossi “Cornelio”, in basso “Il club del la paura”. In parole povere un nuovo fumetto horror che mi ha riportato di botto ai miei tempi andati ( o tempora o moresse! alla staggese) quando mi fumettavo da tutte le parti e l’unica cosa orrorifica erano le apparizioni di Mephisto. Copertina interessante, inizio promettente. A parte questo benedetto nome Cornelio buffo la sua parte (ingloba le corna) che con l’horror ci sta come il cavolo a merenda. Ma se l’horror è anche ironico allora va bene. Personaggio principale Cornelio Bizzarro (Lucarelli), uno scrittore alla ricerca dell’ispirazione, e tre amici che costituiscono “
il club della paura” (si riuniscono in un vecchio ospedale psichiatrico per una gara di scrittura dell’orrore), ma non mancano Holmes e Marlowe in veste di suggeritori (poco ascoltati) e perfino un Don Chisciotte che corre in aiuto della sua Dulcinea. Altri riferimenti letterari colti sparsi qua e là tanto per far capire che qui non si scherza. Accettabile il disegno con punte di buona fattura. Trama complicata il giusto tra il reale e l’irreale che si compenetrano a vicenda con apparizione di incubi e mostri vari. E, aggiungo, un ispettore femminile Grazia Nigro niente male che anche l’occhio vuole la sua parte. Finale con colpo a sorpresa (forse anche troppa) dove c’entra di mezzo pure uno strozzino trafficante di droga.
Novantasei pagine, due euro e settanta. Poca spesa e buon divertimento. Sicuro che mi becco anche il seguito.
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