“Ma può ascoltare. Sono stato il più forte giocatore italiano per corrispondenza, il migliore! Nessuno poteva resistermi!”. Il gentile vecchietto incominciò a gridare e a strabuzzare gli occhi.“Poi ho smesso con l’avvento del computer. Non c’era più gusto a far giocare questi maledetti cervelli di silicio. Ma la passione mi è rimasta dentro, forte, prepotente”. Aveva abbassato il tono della voce che era diventato un sibilo come quello di un serpente.“E allora dopo tanti anni ho pensato di giocare di nuovo, ma in maniera diversa, meno scontata, più eccitante. Mi sente, commissario?”. Cercai ancora una volta di gridare, ma non ci riuscii.“Un gioco dove prendessero parte anche altre persone, seppure inconsapevolmente. Come messaggeri di morte. Un’idea straordinaria. Una mossa ogni quindici giorni per prepararla bene, lei mi capisce…”.“Ma la scel…ta…del…le…vit…time?”.“Prese dall’elenco telefonico. La prima è stata Amelia Esposito, abitante in via Petrucci 4. Vuole sapere perché, ma credo che lo sappia. Vero? Lei è una persona così intelligente…”. Feci uno sforzo tremendo per rispondere. La testa mi girava e stava calando una fitta nebbia.
“Per…per… gio…care e4 che…che… si otti…ene dal…la pri…ma let…tera del co…co…gno…me e dal nu…me…ro …dell…la… abi…ta…zio…ne”.
“Ma bravo, il mio commissario! Anche nei suoi ultimi istanti di vita il suo cervello funziona che è una meraviglia. Dovendo muovere un pedone ecco che l’ho messo nella mano della giovane Amelia, che il signore l’abbia in pace. Nella mano sinistra come se segnassi la mossa su un formulario. Alla sinistra va il Bianco e alla destra il Nero. Non le pare? L’avevo seguita all’Università e convinta a fumare una sigaretta insieme ad un povero vecchio che cercava il nipote tra tutti quegli studenti. E’ stata brava, mi ha fatto compagnia, ma si è sentita male ed io le ho offerto un passaggio per riportarla a casa, solo che ho preso la strada per l’aeroporto di Ampugnano. Avevo già in mente l’idea di depistare le indagini portando il corpo lontano. L’ho trascinata per terra mettendo dei sacchetti di plastica alle scarpe, l’ho ricomposta e le ho stretto la gola con queste mani, dopo avere messo opportuni guanti di gomma. Anche se non è stato facile. Sa a questa età le forze incominciano a mancare”.”.
“E il…ve..le…no?”.
“Se potesse visitare la mia casa vedrebbe che sono fornito di piante straordinarie in giardino e di un bel laboratorio”.
“Con…chi…gio…ca…va?”.
Si avvicinò verso di me con una risata sgangherata.
A questo punto fui avvolto da un incubo. Ora mi sembrava di essere Napoleone alla testa della Grande Armata, ora Gesù Cristo che predicava ad una folla immensa. Poi un nero assoluto.
Fui riportato alla luce da una fiamma rossa che si agitava intorno al mio viso.
“Sveglia, commissario, sveglia!”. Aprii gli occhi con un certo sforzo. Era Sally che mi scuoteva “Finalmente! Ce n’è voluta per fargli riprendere i sensi!”.
“Ma…ma il vecchietto?”.
“In gattabuia. L’abbiamo messo in gattabuia”.
“Come hai fatto a sapere dove ero e a salvarmi da quell’infame Berlusca-insatiabilis?”.
“Come ci è arrivato lei alla soluzione,ci sono arrivata anch’io, commissario, ripensando a tutto quando sono arrivata a casa ed ho sfruttato internet dove si trova l’associazione che organizza il gioco per corrispondenza. Ho dato una occhiata all’archivio ed ho trovato quello che cercavo. Mentre lei?”.
“Ho telefonato al Presidente del circolo che è praticamente un archivio vivente”.
“Bene, così di vecchi giocatori per corrispondenza a Siena ce n’era rimasto praticamente uno”.
“Non erano due?”.
“Uno è deceduto da tempo. Questo è un vero pazzo, anche se all’aspetto non sembra. Me lo ha confidato il suo psichiatra che ho rintracciato…”.
“Lasci stare i particolari…Ma come ha fatto a salvarmi? Mi sento svuotato e a pezzi”.
“Con l’unico antidoto efficace che mi sono procurata dal nostro Serbelloni”.
“Quale antidoto?”.
“La Ciampitia-costitutionalis”.
“Accidenti! Benedetta questa Ciampitia, allora”.
“Lo può gridare forte”.
“Scusi Sally, non riesco a capire. Forse è colpa del Berlusca…ma se era solo con chi giocava questo stramaledetto signor Gazzarri?”.
“ Giocava contro se stesso. Ha detto che non aveva avversari degni del suo nome”.
Rimasi a bocca spalancata come uno stoccafisso.
Epilogo
“Capite! Tutto questo macello per una partita a scacchi di un vecchio pazzo! Brutti, maledetti fannulloni che non sanno come passare il tempo, ma glielo troverei io il modo di passare il tempo a legnate sul groppone, mascalzoni che non sono altro e poi si credono intelligenti perché stanno ore e ore piegati sulle scacchiere a muovere quei pezzetti di legno, mi hanno rovinato la vita con le loro storie maledette, eh se li avessi ora qui tra le mani…oddio…aiuto… mi manca il respiro…”
“Mirella, ci risiamo”.
“Un altro attacco?”.
“Mi pare di sì. Come al solito quando entra qualcuno nella stanza incomincia a raccontare questa storia, si agita e il cuore non regge. Fagli una puntura che si calmi”.
“Ora lo sistemo io”.
FINE
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