“Ah, perché lei conosce…”.“Chi non conosce le partite del campione del mondo?”.“Certo. Chi non le conosce…Però, pensavo, che con il poco tempo a disposizione…”“Il tempo è stato quello necessario” sentenziò scotendo la massa rossa che mandò bagliori di fuoco.Dopo queste risposte, a dir la verità anche un po’ strafottenti, decisi di farla finita. La guardai fissa negli occhi, aggrottai le sopracciglia, aggiustai il posteriore sulla sedia e con il Bianco misi in atto la mia arma letale: un Gambetto di Re con il quale una volta avevo strapazzato anche un forte giocatore del circolo. Un Gambetto di Re è un’arma terribile nelle mani di un esperto, tanto più che mi ero preparato su un articolo scritto, sempre da Bafio Tolti, pace all’anima sua, su una rivista di indiscutibile prestigio. Al momento giusto avrei sacrificato il mio Alfiere campochiaro in f7 con un attacco devastante che avrebbe portato ad un sicuro abbandono del Nero. Così era scritto in quell’articolo. E così accadde. Solo per quanto riguarda la prima parte, però. Ci fu, è vero, il sacrificio dell’Alfiere in f7 ma senza essere seguito di lì a qualche mossa dall’abbandono del sergente che mi stava di fronte. Anzi, quella impertinente di una poliziotta in pantaloni continuò ancora per diverse mosse fino a rifilarmi un devastante matto affogato di Regina e Cavallo.Non la faccio lunga. Negli altri incontri che proseguirono fino a tarda notte impiantai invano una variante di cambio della Spagnola o una difesa Tarrasch o…vattelapesca. Ad un certo punto decisi di non seguire più i consigli di quel mio vecchio trombone di un Bafio Tolti, che il diavolo se lo porti, lampante causa dei miei insuccessi, ma di giocare seguendo il mio naturale istinto scacchistico. Quello, di sicuro, non mi avrebbe tradito. Il fatto è che Sally la rossa non si accorse minimamente di questo profondo cambiamento di strategia e continuò a giocare nello stesso modo di prima, rifilandomi una sventola dopo l’altra, tanto che ad un certo punto, vedendomi sbiancare in faccia come un cencio lavato, mise in atto uno dei suoi artifici psicologici, per togliermi dall’impaccio. Dato che stavamo giocando nello studio “Che magnifica biblioteca, commissario!” esclamò alzandosi di scatto e incominciando a scuriosare tra i libri.

“Posso dare uno sguardo, così ci prendiamo un po’ di riposo da questo gioco che all’apparenza non pare, ma è molto stancante”.

“E’ vero” risposi, ringraziandola in cuor mio per quell’atto di infinita bontà.

“Non credevo che un commissario di polizia avesse una biblioteca così fornita!”. Accennai ad un timido sorriso di ringraziamento.

 

 

 

 

Cellule grigie al lavoro

 

Una sera decisi di riunire nello studio di casa mia, dopo avere cenato, Manganelli e Sally per vedere di tirare fuori qualcosa da quei fottutissimi omicidi. Da questo incontro potete capire anche quello che era successo dopo il terzo.

“Dunque, sentite un po’. O stasera ci capiamo qualcosa, o questa volta decido io di dare le dimissioni, o me ne vado direttamente al manicomio”.

E’ fortunato, commissario” rispose Manganelli con gli occhi che gli luccicavano per il Brunello di Montalcino.

“E perché?”.

“Perché i manicomi non esistono più”.

“Lo so, ma il mio era solo un modo di dire. Non ti ci mettere anche te perché…”.

“Okey. Zitto e mosca”.

“Bravo, così mi piaci”.

“Dunque, dicevo…sì, tu Manganelli fai un bel resoconto degli eventi tenendo presente le relazioni di Serbelloni e Rinesi…”.

“La parte più semplice…”.

“La parte più semplice e interessante. Mentre tu, Sally, cercherai di fornire una maledetta pezza psicologica a tutto quanto.”

“Offrirò la mia piccola pezza”.

“Mi scusi, commissario, ma il suo apporto in che cosa consiste, se mi è lecito…”

“Il mio apporto sarà decisivo come al solito. Tu fai quello che ti ho detto che io…che io…lo vedrai”.

“Bene, inizio dai morti”.

“Vedi un po’ tu. Se iniziare dai vivi ti è più facile…”

“Inizio dai morti. Dunque sono nell’ordine:

1) Amelia Esposito di 22 anni, abitante in via Petrucci 4, trovata strangolata di lunedì, sembra con difficoltà, all’aeroporto di Ampugnano. Addormentata con la Rutella-cannabis. Ora della morte tra le dieci e le undici. Teneva un pedone degli scacchi stretto nella mano sinistra. Un pedone bianco ad essere precisi. Ragazza seria, studiosa, stava per finire l’Università. Aveva un fidanzato con l’alibi di ferro. A quanto pare nessun nemico o nemica.

2) Luigi Ermini di 70 anni, abitante in via Sant’Angelo 5, pensionato, ucciso dalla Infida-mastellaria sotto forma di caramella, di venerdì, nei giardini dell’Acqua calda. Ora della morte tra le diciassette e le diciotto. Un pedone nero nella mano destra. Brava persona.

3) Ferdinando Falugi, di 60 anni, abitante in via dei Pellai 3, pensionato, ucciso dalla Larussitia horribilis, sempre in forma di caramella, di domenica, tra le diciotto e le diciannove, trovato al cinema Smeraldo. Un Cavallo bianco nella mano sinistra. Ancora brava persona.