Il silenzio delle ombre di Freeman Wills Crofts, Mondadori 2008 è  il giallo che vi presento. Fu pubblicato per la prima volta nel 1933 con il titolo The Hog’s Back Mystery.

“Il Surrey, quale ameno, tranquillo angolo del paradiso. Almeno fino a quando alcuni dei suoi abitanti non cominciano a svanire nel nulla. Per primo lo scontroso dottor James Earle, poi l’infermiera Helen Nankivel, che sembra essere la sua amante. L’ispettore French sospetta che siano stati assassinati, ma nessun cadavere è stato rinvenuto e tutto rimane nel campo delle ipotesi…”.

E vediamolo questo ispettore Joseph French. Prima presentazione “Un uomo di bassa statura, intelligente e piacevole, si presentò a Julia”. Viene da tre casi che l’hanno divertito e poi annoiato:  il mistero del cantiere ferroviario di Whitness; una indagine su un traffico di banconote false, quest’ultimo risolto “usando solo pazienza e tenacia, senza un briciolo di acume o d’intellingenza”; ed infine il ritrovamento di gioielli rubati per un valore di duem

ila sterline. Fuma sia la pipa che le sigarette. Non esprime una opinione senza avere riflettuto sui fatti e ascolta con interesse quelle degli altri (si può imparare da tutti). Felicemente sposato (rara avis), gli piace la zona in cui deve indagare, le colline dai crinali boscosi, i villaggi pittoreschi di vecchie chiese ecc…insomma un innamorato del paesaggio. Si sposta con qualsiasi mezzo, anche in bicicletta per parecchi chilometri. Butta lì domande sott

ili come se fossero banalità. Metodico nelle indagini, tranquillo, sereno, interroga, controlla, qualche volta si arrabbia, rimugina sui libri polizieschi che ha letto. Una  frecciatina dell’autore sui detective baciati dalla dea bendata “Se solo French fosse stato fortunato come il grande Sherlock…” Non sempre la prima idea è quella felice (“Aveva già accusato e assolto nella sua mente almeno sei persone”), passa dall’ottimismo al pessimismo e viceversa, riflette spesso passeggiando. Nei momenti di crisi ripensa alle indagini del passato “Inorridito di fronte alla prospettiva di un fallimento, cercò di convincersi che tutto procedesse come al solito, poiché già altre volte si era trovato, per fortuna momentaneamente, in una situazione di stallo”. Sua massima preferita “Occupati sempre dei contro, perché i pro sanno badare a se stessi”. La prima apparizione è nel romanzo Il grande mistero, addirittura del 1924, e qui French ha un aspetto gradevole, occhi azzurri e sguardo mite.

Quello che ha rappresentato Crofts per il romanzo poliziesco è già stato scritto da Willard Huntington Wright (più conosciuto come S.S. Van Dine, il creatore di Philo Vance) e cioè il migliore esponente della tendenza realistica, per cui nel

la scelta della trama e dei suoi personaggi, in primis di chi deve indagare, si va più al sodo. Niente detective “particolari”, geniali e bizzarri al tempo stesso, ma poliziotti laboriosi e tenaci. Più umani, insomma. Come il nostro Joseph French.

Stile piano, concreto, sicuro. Andamento lento del la trama che coinvolge e appassiona

il lettore nella ricerca degli scomparsi. Solita spiegazione finale che può infastidire i non amanti del giallo classico.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it