Già su Sherlock Magazine n°10 Sabina Marchesi con il suo Il delitto della camera chiusa ci aveva svelato qualche trucco riguardo a questa vera e propria sfida al lettore che si ebbe soprattutto negli anni Venti e Trenta (ripresa naturalmente più volte anche in seguito). Ora con I delitti della camera chiusa di autori vari, Polillo 2007, anche noi possiamo cimentarci in questa stuzzicante sfida all’ultimo neurone.
1) La 51a stanza sigillata di Robert Arthur Jr.
Siamo alla riunione mensile del MWA, cioè dell’associazione del Mystery Writers of America (citati, tra gli altri, Brett Halliday, John Dickson Carr e George Simenon). Lo scrittore Gordon Waggoner ha una nuova idea su come evadere da una stanza chiusa a chiave. Invano Harrison Mannix, anch’egli scrittore di minor fama, cerca di carpirgli il segreto. Qualche settimana dopo Gordon viene trovato cadavere nel suo cottage “seduto alla scrivania, una mano posata sui tasti della macchina da scrivere, l’altra apparentemente, nell’atto di manovrare la leva dello spaziatore. Il corpo era senza testa”. Harrison non ci vede chiaro e va sul posto a indagare…
2) Omicidio per procura di Matthias Mcdonnell Bodkin.
Eric Neville sta parlando con il suo giardiniere quando sentono il colpo di uno sparo e vedono una nuvoletta di fumo salire da una finestra quasi sopra le loro teste. Eric si lancia di corsa su per le scale e trova l’altro cugino John chino sul divano dove giace lo zio colpito dietro la testa da una rosa di pallini. L’inchiesta viene affidata al placido ma “robusto e tarchiato” Paul Beck. L’esame della stanza in cui è avvenuto il delitto rivela: una bottiglia d’acqua, un grande globo di vetro trasparente semipieno, posata su un libro vicino al fucile; dei pezzetti di carta costellati di forellini bruciacchiati; il fucile con la sola canna destra scaricata e le due canne in posizione di sicurezza. Il mistero è risolto…
3) Mistero all’obitorio di Fredric Brown.
Jerry Grant è uno studente universitario che si mantiene agli studi con un impiego notturno all’obitorio del comune. Un morto non riconosciuto viene messo in una teca di vetro per eventuale riconoscimento. Sembra che la morte sia stata accidentale. Investito da una macchina. Ma a Jerry vengono dei dubbi. Quando il probabile fratello del morto arriva per una identificazione si scopre che la teca di vetro è stata rotta e che il cadavere è orrendamente mutilato al volto. Perché? Aggiungo (ma questo vale solo per me) che tra due personaggi del racconto avviene una bella partita a scacchi…
4) Il terzo proiettile di John Dickson Carr.
Il giudice Mortlake viene assassinato in una stanza della sua casa. Davanti a lui c’è Gabriel White con una pistola fumante. Ha sparato due colpi. Un’altra pistola viene trovata dentro un vaso. Ma il proiettile che ha ucciso il giudice appartiene ad un’altra pistola ancora…
5) Il sogno di Agatha Christie.
Hercule Poirot è invitato dall’eccentrico milionario Benedict Farley nel suo studio, per avere un giudizio su un sogno che lo tormenta una notte dopo l’altra. E’ seduto alla scrivania. Sono le tre e ventotto minuti. Si alza, prende la pistola da un cassetto della scrivania, la carica, si avvicina alla finestra e poi si spara. Che significa? Colpa del regime alimentare? Di un trauma infantile? Di una forma di autodistruzione? Oppure c’è di mezzo l’ipnotismo? Fatto sta che dopo una settimana il sogno diventa, per lui, cruda realtà…
E qui mi fermo miei cari lettori perché mi gira la testa. Gli altri racconti:
6) Il gufo alla finestra di G.D.H. e M.I. Cole..
7) I delitti di X street di Joseph Commins.
8) La prima camera chiusa di Lillian de la Torre.
9) Il pugnale d’alluminio di Richard Austin Freeman.
10) La foglia di te di Edgar Jepson e Robert Eustace.
11) L’episodio del chiodo e del requiem di C. Daly King.
12) Dopo accurata ispezione di Ronald A. Knoch.
13) A mille miglia nel cielo di John F. Suter
Ma non è finita. In questi racconti si possono trovare delle sorprese interessanti. I personaggi, per esempio. Ce ne sono alcuni tratteggiati in maniera magistrale. Come nel caso del racconto di Joseph Commins. Qui troviamo in funzione di detective l’Onorevole (addirittura!) Brooks U. Banner “un uomo massiccio con una criniera di capelli grigi e un volto rubicondo dalla mascella prominente che nel fisico ricordava un orso ammaestrato”. Ha occhi piccoli “azzurri e freddi come il ghiaccio”. Fuma lunghi sigari Pittsburgh. Non parla ma “grugnisce” o “gracida”. Paragonato ora a una balena, ora a un leone marino.
In bocca al lupo!
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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