Mi è capitato talvolta di scegliere un romanzo poliziesco catturato dalla presentazione in quarta di copertina, di leggerlo e di rimanere colpito da altri particolari diversi da quelli messi in rilievo. Così è accaduto per In caso di mia morte, di Carlene Thompson, Marcos Y Marcos 2004.

“La prima a morire è Angela Ricci, un’attrice di successo. Barbaramente assassinata nel suo appartamento a Manhattam. E Laurel, una giovane fiorista di provincia, potrebbe essere

la seconda. Ha trovato un messaggio raccapricciante nella cassetta delle lettere. Tredici anni prima, un macabro gioco organizzato da un gruppo di amiche, in una notte che nessuna ha più dimenticato, era costato la vita a una di loro, Faith. Laurel, Angela e le altre avevano giurato di non rivelare a nessuno l’accaduto. Ma qualcuno, evidentemente, ha scoperto quell’orrendo segreto, e ha deciso di vendicare la morte della povera Faith. Laurel vorrebbe confessare tutto alla polizia. Le amiche cercano in tutti i modi di convincerla a non farlo: nonostante le minacce sempre più incombenti, l’idea di vuotare il sacco sembra terrorizzarle più di ogni altra cosa”.

In quarta di copertina in corsivo “Lasciate perdere Mary Higgings Clarke e compagnia…al suo sesto thriller, Carlene Thompson si annuncia ormai come uno dei nuovi maestri del brivido…” Ora, sfortunatamente per la nuova maestra del brivido (ma soprattutto per il sottoscritto), a meno di metà libro ero già sicuro del colpevole (la forza dell’esperienza), per cui la cosa che mi è rimasta più impressa di questo thriller sono le disgrazie familiari che si allargano a cerchi concentrici verso gli amici della protagonista principale Laurel Damron.

Abbiamo Crystal che per prima cosa perde i genitori, poi partorisce un bambino senza vita, ed infine viene lasciata dal marito. Monica (altra amica) è più fortunata. Perde solo la madre, poi il padre si sposa di nuovo ma la moglie non ne vuole sapere di lei e viene spedita presso una prozia. Anche Mary, sempre sfortunatamente amica della suddetta, (e sorella di Faith finita morta impiccata, e incinta tra l’altro, per un gioco pazzesco), viene abbandonata dal marito Neil Kamrath ( e qui non c’è niente di nuovo sotto il sole). Il quale marito perde moglie e figlio in un incidente stradale.

Una sfiga pazzesca!

P.S.

Capisco benissimo che questa non sia una presentazione “normale”, ma mi è venuta così. Abbiate pazienza. Anche io ho i miei alti e bassi (più bassi che alti).

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it