Ampiamente documentata, la nascita “ufficiale” del Romanzo Poliziesco è collocata attorno alla seconda metà del 1800. Ma si innesta, in relazione alle rispettive regioni di origine, sulle tradizioni locali del genere romanzesco, spiccatamente specifiche e localizzate.
Di sicuro è l’era del romanzo, nero, gotico, romantico, psicologico, di formazione, e infine, finalmente, poliziesco.
In Francia ad esempio, sulla falsa riga del feuilleton e dei memoriali, il poliziesco si ibrida con il grande romanzo romantico, mentre in Inghilterra, si fonde con il romanzo d’appendice, solitamente pubblicato a puntate, di genere nero o gotico.
È Dickens il primo grande autore “classico” a concedere nelle sue opere magnanima attenzione alle tematiche criminali, introducendo consistenti elementi di indagine poliziesca già ne Le Avventure di Oliver Twist, 1837/1839, nel quale tra un’orfanotrofio e l’altro il nostro piccolo eroe diviene preda di una banda organizzata di lestofanti, ed è successivamente fatto oggetto di “poliziesche” indagini, da parte di Mr.Blownlow, per conoscere la reale natura del suo passato.
Pur fonte di scherno, come sarà poi tipico di tanta successiva produzione, è proprio qui che appaiono, anche se ridotte a macchietta semicomica, le prime figure dei classici funzionari di polizia, Blathers e Duff.
Una volta intrapresa questa via, Dickens non la abbandonerà più, ripropondendola in Barnaby Rudge, romanzo storico del 1839/1841, ambientato al tempo delle rivolte neopapali del 1780.
Questo è per certi versi anche l’antesignano del Romanzo Giudiziario, destinato ad avere in seguito grande fortuna.
La trama, intricatissima, romantica, nera e densa di risvolti tragici e di foschi presagi, narra di Barnaby Rouge, condannato alla forca e poi salvato in extremis, durante rocambolesche avventure mozzafiato, condite da omicidi, sensazionali rivelazioni, congiure, attentati, complotti, rapimenti e l’immancabile love story, che anticipa il lieto fine.
Ma è nel 1843/1844, con Martin Chuzzlewit, che Dickens rende protagonista di un romanzo addirittura un investigatore privato in piena regola, Nadgett, prezzolato da una compagnia assicurativa per indagare sui clienti e scoprire i risvolti oscuri della loro vitao passato.
Alla fine Dickens sarà talmente catturato da questo aspetto della trama da privilegiare nei romanzi successivi molto di più il lato investigativo e poliziesco, rispetto alle esperienze morali dei protagonisti. Cadaveri e misteriose vicende da risolvere appaiono sempre con maggior frequenza nelle sue opere, equivoci, scambi di persona, saghe familiari e intrecci sentimentali conservano intatta la formosità del suo genere letterario, ma concedono uno spazio sempre più crescente alla formula investigativa e d’indagine, non più romanzo di formazione quindi, ma romanzo Nero o del Mistero, a cominciare da Our Mutual Friend del 1864/1865.
Totalmente catturato, dunque, dagli aspetti polizieschi della narrativa, Dickens giungerà intorno al 1850 a stringere personalmente amicizia con un Ispettore di Scotland Yard in carne e ossa, l’Ispettore Whicher, che gli suggerisce la famosissima figura del Sergente Witchem, e al quale generalmente si attribuisce la successiva ispirazione di William Wilkie Collins per la creazione del suo Sergente Cuff.
Infine il grande padre del romanzo nero, o gotico, inglese si avvicina addirittura alla True Crime Fiction con una serie di articoli giornalistici, sempre romanzati, ispirati a fatti di cronaca realmente avvenuti, prendendo a modello Charles Fredrick Field, noto detective dell’epoca, appartenente al corpo dei Bow Street Runners, e poi divenuto, nel 1846, Ispettore Capo di Scotland Yard. A lui è dedicato il cameo dell’Ispettore Bucket nel romanzo Bleak House, forse il capolavoro assoluto di Dickens, meglio noto come La Casa Desolata, del 1852/1853.
Con La Casa Desolata siamo in pieno romanzo giudiziario, quello che diverrà poi il nostro moderno Procedural Thriller.
Tutto ruota attorno alla farraginosa macchina giudiziaria, alle lungaggini dei processi, alle conseguenze sulla vita delle persone innocenti vittime di un’incriminazione affrettata, alla spregiudicatezza di certi avvocati alla ricerca solo del successo e del facile sensazionalismo, come si arguisce facilmente dalle medesime parole scelte da Dickens per iniziare il romanzo.
"Londra. Sessione autunnale da poco conclusa e il Lord Cancelliere tiene udienza a Lincoln's Inn Hall. Implacabile clima di Novembre. Tanto fango nelle vie... fumo che scende dai comignoli come una soffice acquerugiola nera con fiocchi di fuliggine grandi come fiocchi di neve vestiti a lutto, si potrebbe immaginare, per la morte del sole. Cani che si distinguono appena nella mota... Nebbia ovunque... Jarndyce contro Jarndyce si trascina da anni. Questo processo spauracchio è diventato col tempo così complicato che nessuno sa più cosa significhi. Innumerevoli bambini sono nati nel corso della causa... innumerevoli giovani si sono sposati, innumerevoli vecchi sono morti... Il piccolo attore o convenuto, al quale fu promesso un cavallo a dondolo, quando si fosse conclusa la causa Jarndyce contro Jarndyce è cresciuto, è diventato padrone di un cavallo vero e se ne è andato al galoppo all'altro mondo".
È in questo romanzo, di oltre ottocento pagine, denso di colpi di scena, di risvolti inediti, di trame parallele, di vicende che si intersecano, che Dickens diventa quasi spericolato ostentando il suo amore sviscerato per l’enigma ed il mistero, al punto da introdurre, con grave scandalo e meraviglia dei suoi contemporanei, qualcosa di fantascientifico e paranormale, universalmente disprezzato e relegato a semplice leggenda popolare.
In una delle trame parallele, mentre la algida e sofisticata Lady Dedlock, ricca, annoiata e in preda a una misteriosa inquietudine, vaga incessantemente tra Londra e Parigi, un losco figuro, dal nome embmetatico di Nemo, viene trovato morto nel suo misero alloggio per un’ovredose di oppiacei. Il suo affittuario, straccivendolo e alcoolizzato, dopo aver sottratto delle vecchie lettere d’amore, nelle quali forse era in qualche modo implicata proprio Lady Dedlock, muore invece, inopinatamente, per Autocombustione.
Qui, per la prima volta, Dickens rischia la disapprovazione generale per questa citazione di un fenomeno, l’Autocombustione Umana, ancora oggi controverso e non universalmente riconosciuto.
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