Ogni limite ha una sua pazienza diceva Totò. E qui il limite si sta superando. Voglio dire nei romanzi polizieschi. Da qualunque parte ci si giri non si vedono altro che ossa: teschi, mandibole, sterni, falangi, femori, tibie…Spuntano dappertutto: nei prati, nei boschi, nelle cantine, nei palazzi diroccati, nei deserti. Manca solo che spuntino direttamente dal water dove il protagonista o la protagonista di turno è impegnato/a nello sforzo liberatorio. Ossa di uomini, donne e bambini. Magari mischiati insieme che fanno più effetto. Insomma non si fa che costruire storie più o meno crude e crudeli partendo da scheletri più o meno completi che vengono casualmente ritrovati da qualche parte.
Ora se uno è avvertito sin dal titolo ( e magari anche dal design della copertina) sono cavoli suoi. E’ libero di fare la sua scelta. Come nei seguenti casi tratti dai miei scaffali: Il collezionista di ossa di Jefferey Deaver, La città delle ossa di Michael Connolly, Il silenzio delle ossa di Michael Baden e Linda Kenney, Carne e ossa di Kathy Reichs, Ossa nel deserto di Sergio Gonzales ecc…
E tuttavia oggi, dato che siamo in un momento di inflazione di ossa, non tutti gli scrittori se la sentono di renderlo noto in anticipo con il rischio di prendersi il libro in mezzo alla fronte. Per cui ti ritrovi involontariamente tra mucchietti di ossa sin dall’inizio “Appena prese l’osso dalle mani della bimba, che era seduta per terra e lo masticava, si accorse che era umano”. Con un po’ di fastidio (se cercavi, appunto, di evitare romanzi con questa parte del corpo) e anche con un po’ di istintivo voltastomaco per l’incipit di La signora in verde di Arnaldur Indridason già dal sottoscritto presentato in questa rubrica. E, ancora peggio, è quando te le becchi nel bel mezzo della storia come ne Il sangue dell’altra di Tess Gerritsen. Anche se, ad esser sinceri, che qualcosa di simile ci dovesse capitare era quasi scontato, dato che la protagonista, Maura Isles, è un medico legale di Boston a diuturno contatto con cadaveri (e quasi all’inizio c’è subito il teschio di un gatto tanto per avvertirci).
Comunque ossa, sempre ossa, fortissimamente ossa. Sembra che senza di esse non si possa costruire un romanzo poliziesco che si rispetti. Che metta i brividi. Che faccia paura. Ma a noi vetusti lettori del giallo di ogni specie queste ossa maledette un po’ ci hanno stancato. E allora un grido ci sorge spontaneo dal profondo del cuore.
Dateci la ciccia!!!
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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