Non sarà fine, non sarà chic, non sarà dignitoso, sarà pure disdicevole e tutto quello che vi pare ma lo faccio lo stesso. Vi presento i miei tre gialletti. D’altra parte ad una certa età (sempre giovane nello spirito, ci mancherebbe!) non c’è remora che tenga e le esperienze della vita contribuiscono a rendere la nostra faccia sempre più immune dal rossore. E poi sono franco, soprattutto con me stesso. E dunque fidatevi del mio giudizio. Se poi non vi sembrerà onesto (per quei due o tre invogliati ad acquistarne almeno uno) mandatemi pure degli accidenti (veri) attraverso il Forum.
Dunque, dopo avere scritto libri di scacchi e centinaia di articoli per le riviste specializzate, mi sono proprio rotto con numeri, segni, cifre e diagrammi. Ho deciso di accostarmi al connubio scacchi-giallo che tanto spazio ha avuto nella letteratura poliziesca con la sola ambizione, ben messa in rilievo nelle varie introduzioni, di scrivere qualcosa di piacevole e divertente. Ho convinto l’editore Prisma di Roma a gettarsi in questa nuova impresa e siamo partiti. Sono nati tre libri: Partita a scacchi con il morto, Chi ha ucciso il campione del mondo?-Scacchi e crimine e La diabolica setta di Caissa-Scacchi e sesso.
Partiamo dal primo. Siamo al CRAL del Monte dei Paschi di Siena quando il cavaliere Pelosi (la scelta del cognome non è casuale ma tende a rendere la vittima poco simpatica) viene trovato morto alla chiusura del locale nella stanza adibita agli scacchi. Avvelenato. E’ la prima avventura del commissario Marco Tanzini ( a dir la verità non so nemmeno se a Siena esista un commissariato ) che riuscirà a risolvere il caso aiutato dalla conoscenza di un famosissimo giallo di Agatha Christie.
Con il secondo ho sentito la necessità di scrivere un giallo più corposo che tenesse conto e sviluppasse alcuni spunti interessanti presenti nel primo. Tali spunti consistono essenzialmente in:
1)La passione del commissario Marco Tanzini per i gialli, la letteratura e la bellezza artistica della propria città..
2)La sua incapacità a stabilire un rapporto duraturo con le donne.
3)Il solito scontro burrascoso per telefono con il suo superiore Silvestri
Vediamo che cosa succede. Il campione del mondo è la punta di diamante di un supertorneo di scacchi che si svolge nei locali del CRAL del Monte dei Paschi di Siena. Già alla presentazione appare, all’occhio esperto del commissario in pensione Marco Tanzini, agitato e nervoso. Al primo turno del giorno successivo vince in maniera un po’ sospetta (sarà un certo insegnante Bafio Tolti a ricostruire la partita con il computer insieme al commissario) e la mattina seguente viene trovato barbaramente ucciso con i pezzi della sua scacchiera nella suite dell’albergo dove alloggia con gli altri partecipanti.
Chi ha compiuto un delitto così efferato? Tutti gli avversari hanno qualche motivo per esserne considerati i possibili esecutori ed il commissario, richiamato in servizio dal suo ex superiore, si ritrova con una brutta gatta da pelare anche perché spinto dalle autorità locali, a risolvere il caso il più presto possibile per non compromettere il buon nome della città.
Questa semplice trama, caratteristica di ogni giallo che si rispetti, mi ha offerto l’occasione (ecco qui il mio vero intento) di dipingere in maniera sostanzialmente umoristica tutta una galleria di personaggi che gravitano attorno al mondo delle sessantaquattro caselle, compreso il sottoscritto, o che vivono istintivamente la loro semplice quotidianità e mi ha permesso ancora una volta di lumeggiare alcuni aspetti culturali e artistici di Siena (le due Maestà di Duccio di Buoninsegna e di Simone Martini, gli affreschi del Palazzo Pubblico di Siena, un grandioso ritrovamento di un affresco nella cripta del Duomo di Siena della cui attribuzione non siamo ancora certi, il pavimento restaurato dello stesso Duomo,
la libreria Piccolomini) e di dare qualche innocuo “pizzicotto” ai politici
Aggiungo altri particolari, oltre quelli già citati, sul commissario Marco Tanzini di Siena: età pensionabile, praticamente richiamato in servizio da pensionato, calvo con gli occhiali, occhi celesti, media statura, ha un debole per il budino di riso, per le cravatte (prima di andare a letto va sempre a fargli visita come se fossero dei bambini) e per i gustosi pranzi che gli prepara la signora Giulia, una vedova piuttosto in carne che lo tormenta con i suoi fatti personali. Grande divoratore di libri ma non certo un intellettualoide con la puzza sotto il naso ha una discreta biblioteca dove trascorre buona parte del tempo, fa dell’ironia il suo cavallo di battaglia, calmo ma testardo e deciso ad andare in fondo alle cose, sempre in simpatico contrasto con il suo braccio destro Manganelli,
Un’altra peculiarità: ho diviso il libro in atti come se si trattasse di una rappresentazione teatrale dopo la quale gli attori, finito il lavoro, discutono sulla parte che è stata loro assegnata e l’autore stesso ribatte alle critiche e lamentele lasciando il giudizio ai lettori. Che è poi la cosa più sensata che uno scrittore, o pseudoscrittore che dir si voglia, possa fare.
E passiamo al terzo.
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