Un’enciclopedia holmesiana sarebbe incompleta se non si parlasse di Sidney Paget, il più famoso illustratore delle storie del Canone. Non fu tuttavia il primo ad illustrarle: STUD e SIGN erano già state pubblicate quando, nel 1891, egli ebbe l’incarico dallo Strand Magazine di illustrare le storie di un ancora oscuro detective. Paget portò fortuna, perché proprio con le “Avventure di Sherlock Holmes” illustrate da lui, che uscivano ogni mese, esplose il fenomeno Holmes. Continuò ininterrottamente il lavoro fino al 1908, anno della sua morte. E’ curioso il fatto che Paget fu scelto per errore: la rivista voleva in realtà dare l’incarico al più noto fratello Walter (che Sidney scelse come modello per il viso di Sherlock Holmes) ma Sidney fece un lavoro così buono che continuò ad essere lui l’illustratore “ufficiale”.
Gli Holmesiani sono così affezionati al lavoro di questo disegnatore da considerare le sue immagini come “paracanoniche”: testimonianze cioè degne di fede su particolari che Watson non ha descritto nel testo. In fondo, ragionano, quelle immagini erano sicuramente supervisionate da Watson. Anche gli Holmesiani che preferiscono altri grandi illustratori, come Steele, Haley o Frank Wiles, considerano le sue immagini come qualcosa da prendere seriamente in considerazione come testimonianza storica, al punto che alcuni usano particolari delle sue illustrazioni per discutere su particolari inediti della vita di Holmes e Watson: una illustrazione in STOC della casa di Watson, in cui si vede una sedia a dondolo, ha scatenato alcuni, che hanno interpretato la sedia a dondolo come sedia per nutrice e dunque hanno dedotto una maternità della moglie di Watson. Eppure lo stesso Paget non fu esente da errori: per esempio, in HOUN rappresentò Hugo il Malvagio come un gentiluomo del diciottesimo secolo, mentre il manoscritto che ne raccontava la storia faceva riferimento al tempo della Grande Ribellione, cioè della Guerra Civile Inglese, che si combatté tra il 1642 e il 1649, e il suo ritratto era datato 1647. Oppure, sempre in HOUN, nella scena finale dell’agguato al diabolico cane, Lestrade venne raffigurato all’inizio di una scena con un certo cappello, ma con un altro alla fine della stessa scena.
Un quadro di Sidney Paget è stato recentemente rinvenuto alla galleria moderna del Museo di Palazzo Pitti a Firenze da Philip Weller.
Per conoscere tutti i dettagli del canone e tutte le voci relative ai particoli di Sherlock Holmes ricordiamo il volume enciclopedico Il Diciottesimo Scalino da cui è tratta anche questa voce. Oltre 200 pagine da leggere tutte d'un fiato!
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