Mi chinai sulla scrivania, per sottrarmi al suo sguardo infuriato. Sotto la scatola con il verme, un foglio vergato a metà attestava che Persano era stato interrotto all’inizio di un articolo. Lessi molti aggettivi poco lusinghieri associati al “grande” investigatore, che intanto aveva raccolto dal cestino della cartaccia gli avanzi del mio imballaggio per gettarli nel camino languente. Poi tornò sui resti dell’oggetto. – Vede? – disse. – È spaccato di netto in senso longitudinale. Era un guscio. Indistruttibile, tranne che per la creatura che proteggeva.– Vuol dire il verme? E sarebbe rimasto là dentro per quasi quindici anni? Ma via, è impossibile!

– Watson, sta parlando da sciocco. Vado a chiudere l’ingresso e le luci. Lei intanto tenga le mani in tasca.

Uscì dalla stanza e io mi guardai attorno, oppresso da una sensazione di tragedia incipiente. Poi mi trovai a fissare il verme, sempre arrotolato, ma, mi parve, in qualche modo vigile. D’istinto toccai la scatola. Un guizzo di calore mi percorse il braccio sino al cervello, trasmettendo un richiamo oscuro ma irresistibile... Arretrai, intontito. Era stato Holmes a tirarmi indietro.

– Come si sente? – chiese fissandomi preoccupato.

– Bene, credo… ma cosa… – Per tutta risposta, mi indicò il verme, ora srotolato nella scatola. Aveva levata un’estremità, come a guardarsi attorno, aggraziato e iridescente. Un attimo, e si riavvolse.

– Watson, è meglio che lei torni a casa.

– Non da solo, però!

Scosse la testa. Terreo, gli occhi infiammati dalla febbre, le labbra macchiate di sangue, tormentato da continui accessi di tosse, lo reggeva solo la volontà indomabile.

– Holmes, lei verrà con me! Perché, altrimenti…

– Prosegua. Morirò? Ma accadrà anche se l’accontento.

– Forse! Ma in ogni caso, in ogni caso…

Holmes sedette alla scrivania. – Già, forse. Ma di certo non vedrei la fine di questa storia. E se anche vivessi, non me lo perdonerei mai. Perché, Watson, quando si rinunci alla conoscenza, a legarci al mondo resta solo una tetra catena di dolori e miserie. No, io resterò, a costo della vita, sia per la polmonite o… Vede, non so cosa accadrà nei prossimi minuti. Per questo deve andarsene. Affrontare l’estrema nemica non mi costa più nulla, se mai qualcosa mi è costato. Ma non esporrò anche lei all’ignoto.

– Holmes, dovessero spalancarsi gli abissi dell’inferno starò con lei! E non c’è altro da aggiungere! – Afferrai una sedia e gli sedetti accanto, a braccia conserte.

Mi rivolse uno dei suoi rari, inestimabili sguardi d’affetto. – E così sia, amico mio – disse. Si sporse a spegnere la lampada sulla scrivania, e al passare della sua mano il verme ebbe un fremito.

– Bene – dissi, fingendo una calma che ero ben lungi dal provare, – ora che può succedere?

– Lo sapremo presto. Credo che nel 1883 a Rakata sia accaduto un fatto straordinario. C’era una nave, laggiù, ma non come ne conosciamo. Era un vascello volante. E veniva da un altro mondo, popolato da… stranieri.

– Be’, Wells sarebbe felice di saperlo.

– Oh, ma in qualche modo, lo sa già. Un’idea nasce e si diffonde quando i tempi la richiedono. È giunta l’ora che l’umanità alzi lo sguardo da questa palla di fango e superi la grottesca bramosia di possesso che le ispira. Sento che ne va della sua sopravvivenza. Sì, ne sono certo.

L’applicazione con cui parlava gli consentiva di ignorare il male, ma il suo tono profetico, da uomo in bilico tra la realtà terrena e l’aldilà, suonava penoso ai miei orecchi.

– D’accordo – dissi, deciso a riportarlo ai fatti, – a Rakata c’era la nave e, nella nave, l’oggetto. E poi?

– La nave era scesa là per un’avaria. Il caso ha voluto che lo scalo si effettuasse nel luogo meno adatto: le falde di un vulcano in procinto di scatenare un’apocalisse tale da annientare anche uno scafo costruito per solcare gli spazi.

– Però l’oggetto è rimasto intatto.

– Infatti! Si tratti di un manufatto o sia di origine naturale, è indistruttibile. Me ne sono chiesto la ragione, ed è stata la passione per le api a instradarmi. Watson, gli stranieri hanno costumi simili a quelli degli insetti.

– Insetti? Intende come… come le formiche?