essi si è lasciato sfuggire la presa e la cassa è caduta in terra, aprendosi. N'è uscita una gran quantità di piantine. Hanno raccolto tutto in fretta e hanno portato la cassa all'interno. Quando il piazzale fu sgombro sono andato là ed ho recuperato alcune foglie di quella pianta che ho poi esaminato. Sa di che pianta si trattava?» «Non certo luppolo, credo!» «Niente affatto, Watson, era una pianta di papavero!» «Holmes, dal papavero si ricava l'oppio!» «Esattamente! Spinto da maggior curiosità, mi sono appostato dietro ad una finestra. I vetri erano stati scuriti all'interno con del nerofumo. Ho spiato attraverso un buco in uno di essi. Ho intravisto una notevole quantità d'attrezzature, forse troppe per una fabbrica di birra. C'erano grossi calderoni di rame in cui ribolliva e gorgogliava del liquido, e molti di essi erano sormontati da serpentine di raffreddamento e di condensazione. Ho visto uno degli operai che maneggiava una fialetta contenente un denso liquido giallastro munito di una mascherina davanti al viso, ma è stato a questo punto che si sono accorti di me!» «Cosa? L'hanno vista? E lei cosa ha fatto, Holmes?» «Assolutamente niente, mio caro Watson! Il mio travestimento ha funzionato alla perfezione. Conciato com'ero mi hanno preso per un vecchio ubriacone e mi hanno scacciato a bottigliate dalla loro proprietà!» «Ah! - commentò Watson - I suoi camuffamenti non falliscono mai!» «Già, già!» replicò Holmes tastandosi il bernoccolo che aveva dietro la nuca e che ancora gli faceva male. «Adesso che cosa dovremmo fare?» chiese poi il dottore. «Questa stessa notte, favoriti dal novilunio che ci lascerà nell'oscurità più completa, io e lei andremo a fare visita a quel capannone e con un po' di fortuna c'impossesseremo di una delle loro "bottiglie di birra" e la porteremo come prova a quell'imbolsito dell'ispettore Lestrade. A proposito… ha portato con sé la sua pistola, vero?» «Certo, Holmes, è stata la prima cosa che ho messo nella mia borsa!» «Bene, perché non è escluso che possa servirci!», aggiunse poi, non senza una certa preoccupazione. Il resto del giorno fu passato nello studio del loro piano al minimo dettaglio. Esaminarono una piantina della zona circostante la fabbrica di birra finché non ne impressero in memoria ogni pollice quadrato, per potersi muovere con certezza alla bisogna. Lustrarono ed oliarono ottimamente le loro pistole per essere sicuri che non vi fosse alcun inceppamento nei meccanismi. Cercarono un'ora buona nel baule dei vecchi vestiti di Holmes qualche straccio adatto a travestirsi alla perfezione. Infine, nell'attesa che le tenebre calassero come oscura cortina per proteggerli nell'azione che stavano per compiere e anche per allentare un poco la tensione, si recarono a teatro per assistere alla prima di un'importante opera tratta da un poema di William Shakespeare. Tornati a casa prepararono i loro travestimenti. «Ma, Holmes… è proprio necessario che mi debba tatuare questa donna nuda sull'avambraccio?» «Suvvia, Watson, con quella sua faccia da bonario sarà poco credibile come malvivente! Questo serve a darle un tocco maggiore da avanzo di galera! E poi non è un tatuaggio permanente: un paio di docce e le andrà via!» «Sarà, ma… a puro titolo di curiosità, perché a me una donna nuda e a lei un'ancora con un serpente avvolto intorno?» «Quisquilie, Watson! Non perdiamoci adesso in un bicchiere di birra!» «Birra? Bah… se nella Regia Associazione dei Medici si venisse a sapere che uno stimato dottore come me… beh, è per una buona causa!» La notte fonda aveva avvolto nel suo manto impenetrabile ogni strada di Londra, ed una fitta nebbia contribuiva a rendere il paesaggio ancora più sinistro. La mezzanotte era passata da circa un quarto d'ora, e la zona di periferia in cui sorgeva il capannone della birra Dream non dava segno di vita alcuno. Solo due losche figure si muovevano a loro agio in mezzo alle rozze costruzioni e ai cumuli di casse e barili vuoti, anche se di tanto in tanto un tonfo secco faceva intendere che qualcuno dei due aveva inciampato contro uno di essi. «Coraggio, Watsy, quel capannone laggiù è la nostra meta!» disse il più alto dei due. «Era ora… - replicò l'altro massaggiandosi lo stinco - Ma perché mi chiama Watsy adesso?» «Ma insomma, è per immedesimarci nella parte! Guardi là, piuttosto! Sembra non esserci nessuno. Nessuna luce trapela dalla costruzione. Proviamo ad entrare.» Holmes trasse fuori dalla giacca un robusto piede di porco con il quale forzò una delle fi
Sherlock Holmes e il caso del samurai fantasma
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