come ogni mattino si è recato al museo per un controllo generale e per sovrintendere personalmente alle pulizie. Giunto nella sala dedicata ai reperti giapponesi, si è accorto che la spada del samurai era sparita. A terra giaceva il solo fodero. C'erano macchie di sangue ed alcune piume di gallina sul pavimento. Nessun segno di scasso, nessuna forzatura e soprattutto nient'altro di rubato.» «L'eventuale intruso potrebbe non aver fatto in tempo!» «Già, ma perché iniziare proprio dalla sala giapponese, centrale rispetto alle altre, tralasciandone invece altre, come ad esempio quella dedicata alle culture latino-americane, ricche di reperti d'oro dieci volte più preziosi? La mia ipotesi invece è che al ladro interessava per qualche motivo, che dovremmo scoprire, proprio la spada di Takeshi, e che fosse ben a conoscenza del luogo.» «Uno dei guardiani notturni?» «Precisamente, Watson. Anzi, loro sono quasi certi si tratti di Henry Muller, l'unico dei sei guardiani che non è stato trovato stamattina nel museo.» «Beh, ma allora il caso è praticamente risolto!» «Già, come direbbe il caro ispettore Le strade. Al contrario, mio caro Watson, è più aperto di quanto sembri. Innanzi tutto, manca il movente: perché rubare proprio quella spada? Perché lasciare a terra il fodero? Che ruolo ha la gallina? Poi il fatto che manca il guardiano non implica la sua colpevolezza: potrebbe essere stato assalito, legato, nascosto da qualche parte, ucciso… è tutto da vedere.» «Sembra un caso intricato!» «Potrebbe esserlo. Per questo adesso ci recheremo insieme al museo per proseguire le indagini.» Giunti a destinazione i due investigatori scesero dalla diligenza, ed Holmes pagò il postiglione. Era una delle poche mattine londinesi senza nebbia, e ciò dava ancora più risalto alla moltitudine di manifesti colorati che da qualche giorno erano apparsi in tutte le strade di Londra. Essi servivano per il lancio di una nuova marca di birra, e mai prima di allora c'era stata una forma di promozione così assidua. Oltre che sui muri, infatti, la parola "DREAM", la marca della nuova birra, appariva praticamente ovunque: in striscioni appesi da un lato all'altro delle strade principali, sui lampioni, sulle fiancate di molte carrozze. Parecchi volantini giacevano in terra e perfino il cielo sopra la città era invaso da piccole mongolfiere ciascuna riportante la stessa insulsa frase: «Bevete birra Dream, l'unica che ti fa sognare!». Holmes e Watson guardarono disgustati quell'eccesso di pubblicità e commentarono: «Ma dove andremo a finire di questo passo?» Quando entrarono nel museo ebbero un'altra sorpresa. Scotland Yard, nei panni dell'ispettore Lestrade e di altri sei agenti, era giunta sul luogo ed aveva già provveduto a fare tutti i rilevamenti necessari. Un uomo, visibilmente sconvolto, magro, con capelli e abiti in disordine, veniva trascinato via in manette, mentre, farfugliando, continuava a ripetere: «Lasciatemi! Devo fermarlo! Sarà la fine per tutti noi! Lasciatemi!» L'ispettore si avvicinò a Holmes e gli disse, con aria beffarda: «Il direttore mi ha già avvertito del fatto che aveva contattato lei per il caso, ma è arrivato troppo tardi. Ormai è già tutto risolto.» «Chi è quell'uomo?» domandò l'investigatore con tutta calma. «È Henry Muller, uno dei guardiani. L'abbiamo ritrovato giù nel locale caldaie, sconvolto così come lo vede ora. È bastato metterlo per un po' sotto torchio ed ha confessato.» «Se non vi dispiace, signor Lestrade, vorrei fargli alcune domande anch'io! Dopo tutto ho collaborato molte volte con il vostro dipartimento, e sempre con profitto, mi pare!» «Già! - rispose Lestrade a denti stretti - Purché faccia in fretta, anche se non vedo cosa può cavarne di più!» Lo sventurato guardiano venne fatto sedere, e Sherlock Holmes gli si avvicinò. L'uomo gli disse: «Lei è Holmes, vero? La prego, glielo dica anche lei a quell'ispettore: è stato il fantasma, il fantasma del samurai, io l'ho visto! Oh, era orribile: era alto, magro, grosso, grasso, lungo, corto, sporco, brutto, giallo…» «Sì, sì, - tagliò corto Holmes - Ma la spada che fine ha fatto?» «La spada… sì… è tutta colpa di quella maledetta spada! Adesso lui vuole vendicarsi!» «Vendicarsi di cosa?» «Di me, Holmes, di me! Oh, se l'avesse visto: era alto, magro, grosso, grasso…» «Sì, sì, lungo, corto, brutto e sporco! Lasciamo perdere, è meglio! Guardi in che stato è ridotto! Temo che non ci sarà di nessun aiuto! Watson, lei che è dottore, può dirmi cosa potrebbe averlo ridotto in que
Sherlock Holmes e il caso del samurai fantasma
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