... In Italia invece il primo anticipo di letteratura gialla si può ricondurre a Napoli, 1853, quando Franceso Mastriani, nato nel 1819, scriveva il primo romanzo che preannunciava la struttura classica del giallo, Il Mio Cadavere. Si tratta di un romanzo nero, un giallo psicologico, senza investigatore, ma con un autentico cadavere, risalente al 1853 e dunque collocabile direttamente tra Edgard Allan Poe e Wilkie Collins, 34 anni prima di Conan Doyle. Con il primo volume di una trilogia Mastriani consegnava alle stampe quella che di diritto può venir considerata la prima vera pietra miliare del giallo italiano, aprendo le porte al romanzo d’appendice anche nel nostro paese.
Dopo di lui la città di Napoli ai piedi del Vesuvio diventerà sede di un’attività intensa, un vero fermento letterario all’insegna del mistero e del delitto. Con autori napoletani, gialli ambientati a Napoli, o romanzi dai protagonisti e investigatori napoletani. Ecco in ordine di data una veloce carrellata di alcuni degli autori più significativi.
1875, Teodoro Rovito, pubblica un romanzo che rifà il verso al popolare Nick Carter. 1889, Dante Giorgio Addeo, consegna alle stampe La Testimonianza del Cieco, e La Villa Mille e Una Rosa.
1893, Salvatore Di Giacomo scrive una raccolta di racconti neri dal titolo curioso di Pipa e Boccale ambientati in Germania e facilmente riconducibili come stile e ispirazione alle atmosfere fortemente macabre di Poe.
1908, Matilde Serao consegna alle stampe due veri e propri polizieschi caratterizzati da tutte le connotazioni della Detective Story alla Conan Doyle, Il delitto di via Chiatamone, 1908, e La Mano Tagliata, 1912. Qui l’investigatore di turno è tipicamente un napoletano d’hoc, con vaghi richiami al celebre investigatore londinese. Dopo di loro si apre il vuoto. Indovinando e precorrendo una tendenza letteraria allora agli albori, questi validissimi autori del tardo ottocento, primissimo novecento, non trovano altri prosecutori interessati a portare avanti le loro intuizioni. Bisognerà attendere quasi mezzo secolo prima che il giallo torni a Napoli con Attilio Veraldi.
1976, Attilio Varaldi pubblica con Rizzoli La Mazzetta riconducendo la città partenopea ai fasti della letteratura gialla, e decretandola definitivamente come la vera culla del genere Delitto e Mistero in Italia. Da qui in poi, tutta una serie di capolavori Giallo Noir sarà ambientata a Napoli, nei vicoli oscuri della città vesuviana, con simpatici personaggi partenopei, e investigatori tipicamente improntati all’esuberanza napoletana.
1910, Giustino Ferri con Ricciardi Editore pubblica Dea Passio.
1920, Giuseppe Grieco, nativo di Vico Equense, esce con Epitaffio per una Sgualdrina.
1920, Almerico Ribera, nato a San Giovanni a Teduccio esce con La Villa Misteriosa.
1933, la casa editrice Bemporad di Firenze, dà alle stampe un volume della serie I Libri Misteriosi intitolato Il Giuoco della Morte, rispettando la vecchia dizione italiana della parola Gioco. Autori sconosciutissimi, tali Augusto Chesne Dauphinè e Harry Stephan Cappellini, nomi di origine italiana ma forse esterofilizzati per volontà della casa editrice, o per motivi di marketing. Ambientato a Capri, il romanzo tratta di un tipico Invito a un Party con Delitto, il Murder Party si sarebbe tenuto la sera del 12 Febbraio nella villa Anguisana, dove gli ospiti, invitati per una eccitante caccia al colpevole, si ritrovano con un vero cadavere non previsto. Ad indagare sulla morte violenta di uno degli ospiti interviene un Investigatore tipicamente partenopeo, di nome Gaetano Esposito che risolverà brillantemente il caso.
1936, Giuseppe Guadagni con Il Monello di Napoli e Il Delitto di Via Bretagna.
1942, Vasco Mariotti, fiorentino, nato nel 1906, pubblica con l’editore Nerbini, attivissimo nel primo dopoguerra, Il Fabbricante di Meraviglie, nella collana Disco Giallo. Il romanzo di Mariotti è un tipico Giallo Noir con puntate neanche troppo dissimulate verso il sovrannaturale. La copertina del volume rappresenta un carcerato dai tratti tipicamente Partenopei e sullo sfondo le case di Napoli.
1953, per l’esordio di Lucio Gaudino con L’Enigma del Digiunatore di Pinerolo.
1963, è la volta del radio dramma a tinte gialle Capo Finisterre di Gennaro Pistilli, e i successivi Missione Compiuta e Momento Due che durano fino alla fine degli anni ’70.
1984, Maria Alberta Scuderi vincitrice del Premio Tedeschi pubblica Assassinio sul Garibaldi.
1987, Giampaolo Rugarli pubblica La Toga.
1989, Segio Brancato vince il premio di Cattolica con Motto Shakespeariano uscito con la Mondadori.
1992, Gabriele La Porta, giornalista Rai cura una raccolta di racconti del mistero comprendente il sorprendente Faust a Praga.
1992, è la volta di Michele Serio con i romanzi noir La Signora dei Lupi, Pizzeria Inferno, e Nero Metropolitano editi con Baldini & Castoldi.
1992, Massimo Siverio esce con Il Diavolo Giallo, protagonista il commissario Gabriele Abruzzese, simpatico e intelligente, umano e comprensivo come Maigret, ma tipicamente partenopeo.
1993, Giusepper Ferrandino nato a Ischia nel 1958, consegna alle stampe Pericle Il Nero, romanzo che ha scalato le classifiche dopo un inizio claudicante e incerto. Pubblicato inizialmente da Granata Press passò dapprima inosservato, poi una volta edito dalla francese Gallimard, per gli oscuri e impenetrabili meccanismi tipici dell’editoria, conobbe un improvviso successo. Il Caso Editoriale Ferrandino è oggi tornato in Italia sotto la produzione della casa editrice Adelphi.
1994, la casa editrice caprese La Conchiglia pubblica Capri appartiene a me di Marino Barendson, piccolo capolavoro di narrativa poliziesca a metà perfetta tra il Giallo e la Spy Story che prende avvio da una vicenda di cronaca veramente accaduta, e dal ritrovamento di un cadavere sui mitici Faraglioni di Capri, dando inizio a una ricostruzione romanzata degli avvenimenti con relativa indagine collegata.
1995, Intra Moenia presenta Giallo Napoletano a firma di Mino Schettino, che invece ambienta la sua storia su connotazioni tipicamente napoletane, tra camorra, lotto nero e misteri.
1996, Salvatore Piscicelli, il noto regista nativo di Pomigliano d’Arco, pubblica con Blues Metropolitano, Le Occasioni di Rosa, e in seguito La Neve a Napoli, con Mondadori.
1998, Guglielmo Giannini, napoletano d’hoc scrive L’Angelo Nero, un poliziesco ambientato sulla riviera.
1995 Vincenzo De Falco e Diana Lama, esordiscono con Rossi come Lei, vincitore del Premio Tedeschi ed edito da Mondadori. Maresciallo dei carabinieri napoletano, e Appuntato pure napoletano, ma ambientazione Veneta in una sonnolenta provincia anni sessanta.
1999, è la volta di Lucio Mauro che nel marzo del 1998 pubblica il romanzo giallo Il Gronchi Rosa. Tutto il resto non è storia ma attualità. Sempre rigorosamente gialla e naturalmente partenopea.
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