C’era un periodo in cui il giallo era sentio anche e soprattutto come una vera e propria sfida intellettuale, dove l’enigma era come un puzzle che andava ricomposto, una partita di scacchi ad alto livello per la soluzione di un problema apparente insolubile. Fu in quel tempo che furoreggiarono fin quasi al parossismo e alla saturazione I Misteri della Camera Chiusa. L’età d’oro del Mistery durante gli anni venti e gli anni trenta fu contraddistinta da una vera e propria competizone intellettuale tra autore e lettore che gareggiavano in arguzia tra di loro. Spesso il lettore si arrendeva completamente disorientato dalle finezze intellettuali dello scrittore che escogitava ogni volta misteri sempre più insolubili e delitti avvenuti in condizioni apparentemente impossibili.
Simile a un cruciverba o a una partita a scacchi il Giallo ad Enigma si arricchiva di connotazioni sempre più improbabili nell’esecuzioni di delitti portati a compimento con un tale dispendio di intelletto e di energie che nessuno nella realtà vi si sarebbe mai cimentato per davvero, senza contare l’impiego di mezzi e attrezzature non facilmente disponibili. Ma essendo diventato una specie di gioco di società alla fine non importava poi tanto se nessun assassino si sarebbe mai sottoposto a una simile tortura solo per il gusto di uccidere qualcuno, quello che contava era riuscire ad escogitare sempre nuovi trucchi e diaboloci giochi di prestigio. Quello della Camera Gialla è un banco di prova cui ben pochi autori dell’epoca si sono potuti sottrarre, con alterni risultati ma con grande perseveranza ed impegno. In realtà questa passione per le modalità operative di un delitto apparentemente impossibile spostava finalmente il centro del mistero dal classico “Chi è Stato?“ all’innovativo e sperimentale “Come ha Fatto?’”, che segnalava comunque un anelito di miglioramento, o quanto meno di cambiamento, del Giallo Classico. Le motivazioni e la figura stessa dell’assassino finivano per essere totalmente oscurate dalle cervellotiche soluzioni escogitate per l’esecuzione materiale del delitto, in condizioni praticamente “stagne”. Un po’ come Houdini l’assassino si esibiva ogni volta in un numero nuovo, e francamente a nessuno sembrava più importare molto dell’identità della vittima o del movente che aveva contribuito a farla cancellare dalla faccia della terra. Ancora una volta il prototipo classico della Camera Chiusa, tanto per non smentirsi, risale ad Edgar Allan Poe che nel primo racconto poliziesco della Storia lanciò al tempo stesso il primo investigatore che mai abbia calcato le scene della letteratura, e la prima scenografia che comprendesse un ambiente circoscritto e impenetrabile come luogo del delitto. Anzi, l’abilità di Poe fu tale che il binomio di una scena del delitto inaccessibile unita alle condizioni di esecuzione del delitto inopinatamente cruente sortì come effetto una sorta di connotazione soprannaturale, o sovraumana, spiegazione che poi alla fine non era nemmeno tanto lontana dal vero. Facendo credere al lettore che il delitto avesse dunque inquietanti attribuzioni demoniache, Poe scrisse uno dei migliori esempi della letteratura gialla in perfetto equilibrio di suspense e di mistero a tutt’oggi ineguagliato. Ed ecco come ci viene descritta la prima Camera Chiusa della storia del giallo. "Arrivati ad una vasta stanza [...] la cui porta, chiusa dall'interno, dovette essere forzata, agli occhi dei presenti si offrì uno spettacolo tale da agghiacciarli d'orrore". Poi ulteriori particolari ci vengono forniti, la porta chiusa dall’interno, le finestre sbarrate e inaccessibili, nessuna traccia di passaggi segreti o di doppifondi alle pareti, nessun altra entrata non visibile o nascosta. Niente di niente tranne i corpi delle vittime orrendamente mutilate e un disordine indescrivibile. A partire da questo primo misterioso delitto, per la cui soluzione vi rimandiamo alla lettura del racconto se ancora non lo conoscete, svoltosi all’interno di una stanza sigillata con porte e finestre chiuse dall’interno, ci furono poi una ricchissima e varigata serie di evoluzioni più o meno acrobatiche su questo tema del Delitto Impossibile.
Varianti sulla porta chiusa: La porta che apparentemente è chiusa dall’interno in realtà viene serrata dall’esterno con manovre acrobatiche, fili, candele, pinzette, ganci, spilli o altri marchingegni complicatissimi la cui sola descrizione portava via intere pagine e che all’uso pratico potevano forse riuscire una volta su un milione. Il fatto poi che il lettore non possa replicare o verificare di persona tali dispositivi cervellotici contribuì presto a rendere invisa questo tipo di soluzione perché non dimostrabile e spesso nemmeno comprensibile. Alla fine questa variante si trova per lo più in storie d’epoca, piuttosto datate. Una versione moderna prevede invece che l’assassinio sia commesso prima e non dopo la chiusura della stanza, e che complicati automatismi occulti vengano messi in azione dall’esterno per simulare la presenza e la vitalità della vittima in un periodo di tempo posticipato rispetto alla morte reale. Un altro esempio interessante naturalmente è quello in cui la Camera Chiusa pur sembrando inaccessibile in realtà non lo è affatto. Escludendo i facili escamotage di passaggi segreti e doppi porte che sarebbero troppo sleali nei confronti del lettore, il trucco sta nella capacità dell’assassino di manipolare o influenzare i testimoni che assistendo all’apertura della stanza giureranno in seguito che era chiusa, naturalmente questo presuppone che l’assassino sia tra i primi ad intervenire e che a volte allontani i testimoni per mandarli a cercare un attrezzo per sfondare la porta. Anche qui l’esame dei meccanismi psicologici è interessante quanto e forse di più di un complicato meccanismo composto di candele, corde e spilloni. Mentre almeno in caso l’assassinio era in realtà un autogol, cioè un suicidio commesso all’interno e travestito da omicidio per chi arrivasse dall’esterno.
Varianti sulla "chiusura": naturalmente non è sempre necessario che il luogo del delitto sia necessariamente un locale sigillato e chiuso dall’interno, alcune interessanti e creative varianti, dove la scena del delitto può essere anche solo un luogo virtualmente inaccessibile. Ad esempio perché si possa parlare di Delitto della Camera Chiusa
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