Nel 1890 il Kaiser Guglielmo II chiamò a raccolta in Germania 6000 medici provenienti da tutto il mondo per uno dei più grandi congressi del tempo. All'evento partecipò anche Robert Koch, il luminare che, nei precedenti 14 anni, aveva identificato il Bacillus anthracis quale causa del carbonchio, ed il Mycobacterium tuberculosis e il Vibrio cholerae quali cause, rispettivamente, della tubercolosi e del colera. Koch era un’autorità del tempo, oltre ad essere il padre della microbiologia.
In occasione del congresso, tenutosi nell’agosto del 1890, Koch annunciò di aver scoperto un rimedio per la tubercolosi. La notizia, attraverso i telegrafi, fece il giro del mondo e fu ripresa dalle prime pagine di tutti i giornali. Al rimedio si diede subito un nome: ”la linfa di Koch”. Il 15 novembre dello stesso anno, il British Medical Journal pubblicava la ricerca di Koch. Nonostante lo scienziato tedesco non avesse mai parlato di “cura” della tubercolosi ma in maniera molto cauta di rimedio, l’importanza della scoperta aveva travalicato tutti i confini e non c’era medico che non fosse interessato a capire di cosa si trattasse. Tra questi anche un giovane medico di provincia con la passione per la scrittura, Conan Doyle, il quale il giorno dopo l’uscita del British Medical Journal si mise in viaggio verso la Germania con l’intenzione di sentire direttamente dalla voce di Koch in cosa consistesse il famigerato rimedio.
Dopo lunga insistenza, una serie di peripezie e senza essere stato mai ricevuto da Robert Koch, Conan Doyle entrò in possesso di tutta la documentazione riguardante i casi clinici che il medico tedesco aveva studiato nel corso della sua ricerca: Koch aveva dichiarato che la sua “linfa” era in grado di distruggere il tessuto invaso dal Mycobacterium tuberculosis e di facilitare l’eliminazione del batterio con l’espettorato. Questo trattamento funzionava solo nei casi in cui l’infezione era agli stadi iniziali.
Il giudizio che Conan Doyle diede della ricerca fu caustico e sul Daily Telegraph del 20 novembre 1890 si leggeva: “L’intero studio è sperimentale, le conclusioni sono azzardate; quello che Koch ha individuato non è una cura ma un metodo per diagnosticare la tubercolosi”. Le parole del giovane medico caddero però nel silenzio.
Oggi sappiamo che il celebre autore di Sherlock Holmes aveva ragione: la linfa di Koch non era che un estratto di coltura batterica in glicerina; oggi quel “rimedio” altro non è che il test della tubercolina. "Elementare!" deve avere esclamato Conan Doyle quando lo ha scoperto. Purtroppo, vista la mancanza di eco che il suo articolo ebbe, Conan Doyle non scrisse mai come era riuscito a “smascherare” l’errore di Koch.
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