«Elementare Watson. È tutto scritto in questa storia». Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stato proprio Sherlock Holmes in persona, dalle pagine di un racconto di cui egli stesso è protagonista, a fare luce sulla morte misteriosa di un fan innamorato delle sue avventure. Londra, marzo 2004. Il cinquantenne Richard Lancelyn Green, appassionato studioso di Sherlock Holmes, viene a conoscenza della messa in vendita all'asta di una vasta collezione degli appunti di Sir Arthur Conan Doyle, lo scrittore che inventò il mitico detective inglese. Gli scritti da vent'anni sono inseguiti dallo studioso per realizzare il sogno di una vita: scrivere la biografia definitiva dell'autore da lui tanto ammirato. Ma, temendo di non riuscire ad entrare in possesso dei preziosi documenti, la vendita all'asta mette in crisi lo studioso, il quale inizia a temere per la sua persona. «Mi succederà qualcosa», confessa ad un giornalista; «un americano sta cospirando contro di me», confida poi ad un amico. Qualche tempo dopo la sorella Priscilla lo chiama. Nella segreteria telefonica risponde una voce con accento americano, che invita a lasciare un messaggio. Priscilla allerta la polizia, che fa irruzione nell'abitazione. Richard Lancelyn Green viene rinvenuto morto nel suo letto in uno strano scenario. Intorno al suo collo viene trovato un laccio da scarpe al quale è legato un cucchiaio di legno, usato per torcere e stringere la corda. Lancelyn Green però era solito indossare sempre e soltanto mocassini senza stringhe, e per gli inquirenti il caso si apre nel segno del giallo: si tratta di un omicidio, di un bizzarro suicidio o di una tragedia avvenuta nel corso di un gioco erotico? Non viene trovata nessuna soluzione. Intanto le carte di Doyle vengono battute per quasi un milione di sterline. Gli amici della vittima tuttavia non si arrendono e per interi mesi (ben nove) danno una rispolverata alle avventure di Sherlock Holmes, in particolare ad una storia intitolata «The Problem of the Thor Bridge», che presenta alcune analogie con la morte di Green. Seguendo gli spunti narrati nella storia ricostruiscono la morte dello studioso e scoprono che si tratta di un suicidio, come deduce lo stesso Holmes nel corso della storia e come hanno annunciato gli amici del professore pochi giorni fa. Green aveva usato il cucchiaio di legno per stringersi il laccio, provocando il soffocamento. Prima di far ciò aveva persino pensato al depistaggio, rimuovendo il suo saluto personale nella segreteria telefonica, lasciando l'avviso pre-impostato dalla fabbrica americana. «Uno studio in rosso» per la follia di uno studioso in giallo: macabri colori. «Pure quelli elementari, caro Watson». Per una personalità «secondaria» e quindi complessa, come quella del signor Green. Verde, appunto.
Uno studioso in giallo
Anche se Holmes non ha mai detto nel canone "Elementare Watson", pubblichiamo questo interessante pezzo dal blog di Christian Galimberti
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Fonte: Blog di Christian Galimberti
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