E’ l’ispettore Giangiorgio Tartini il protagonista principale dei due racconti che fanno parte di questa pubblicazione intitolata Venezia Rosso Sangue. Il titolo è unico e le due avventure sono collegate fra loro da alcune brevi spiegazioni che ci fornisce l’autore. Tartini è un brav’uomo e un abile ispettore di Polizia, che ama la sua Venezia, le belle donne e le sigarette. Come Sherlock Holmes ha una predilezione particolare per la musica classica. La sua, d’altronde, è una famiglia di illustri musicisti: il famoso compositore Giuseppe Tartini è infatti un suo antenato. Sarà forse per questo che durante le poche soste che si concede durante le indagini più intricate, Giangiorgio ama dedicarsi al suono del suo violoncello, e durante quelle pause di sola e pura musica rimpiange di avere abbandonato i suoi studi, di avere escluso dalla sua vita la passione per la composizione e di non essersi dedicato alla sua carriera di violoncellista. Consapevole anche di essere colpevole di avere interrotto un’antica tradizione di famiglia.
Perseguitato dal suono del suo cellulare, Tartini si muove in una incantata e ovattata Venezia. Sono infatti gli ultimi giorni di ottobre e la città é avvolta da una fitta coltre di nebbia.
Nel romanzo vengono citate parecchie zone della città lagunare che ognuno di noi ha visitato o almeno sentito nominare una volta. Passeggiando su e giù per le calle, per i viottoli più angusti, per San Marco e il Canal Grande, l’ispettore Tartini se la dovrà vedere dapprima con un assassino seriale che uccide alcuni preti di parrocchie veneziane e poi con una coppia di killer di giovani prostitute. Durante le sue indagini si avvarrà dell’aiuto di due persone, una incontrata per caso e l’altra un suo vecchio informatore. Due uomini che, nonostante siano l’antitesi del suo stile di vita e del suo mondo, si scopriranno essere due veri amici.
Il romanzo è ben scritto, lo stile è lineare, scorrevole e piacevole alla lettura. Il ritmo assolutamente incalzante; si viene letteralmente catturati dalla narrazione degli avvicendamenti e quasi “costretti” a terminare l’intero romanzo in poche ore. Il ché è indubbiamente segno di qualità stilistica.
L’autore descrive sapientemente il suo protagonista e alla fine del romanzo, ci pare quasi che l’ispettore Tartini sia una delle persone che incontriamo tutti i giorni come fosse un nostro vecchio amico. Stelvio Mestrovich è nato a Zara nel 1948. Incluso in varie antologie italiane e tedesche come poeta, ha esordito nella narrativa nel 1992 con il romanzo Suor Franziska. Tre anni dopo pubblica il suo secondo romanzo Il diario di Lucida Mansi. Ora si dedica alla narrativa gialla e alla musicologia. Tra le sue ultime opere il saggio di musicologia Anton Diabelli (2001) e il romanzo Il caso Palinuro (2003).Venezia Rosso Sangue di Stelvio Mestrovich, Dario Flaccovio Editore – Pagg. 199 – Euro 13,00.
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